Pergine: impianto sperimentale di termossidazione dei rifiuti, solo la Provincia lo difende
“Medici per l’ambiente” segnala rischi per la salute. Ma Apss e Appa minimizzano: “Emissioni ridotte”
PERGINE. L'associazione «Medici per l'ambiente» boccia l'impianto sperimentale di termossidazione dei rifiuti previsto in viale dell'Industria a Pergine, mentre Agenzia provinciale protezione Ambiente (Appa) e Azienda sanitaria trentina difendono tale scelta e localizzazione.
Vivace dibattito in «Terza Commissione» del consiglio provinciale, presieduta da Ivano Job (Lega), dove sono stati ascoltati i referenti dell'associazione Medici per l'ambiente, Azienda sanitaria e Appa, sulla collocazione dell'impianto in viale dell'Industria a Pergine poco distante da siti sensibili. La tematica era stata sollevata dalla petizione n. 18 presentata a gennaio al presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder dal comitato «SOSteniamo Pergine» (con oltre 450 firme), già ascoltato a febbraio dalla Terza Commissione.
È stato il dottor Paolo Bortolotti, membro della presidenza nazionale di Medici per l' ambiente e coordinatore della commissione ambiente dell'Ordine dei medici trentini, a ricordare come a Pergine negli ultimi anni siano cresciute le patologie legate all'inquinamento atmosferico, e come poche dosi di inquinati portino a danni rilevanti al sistema endocrino dopo un'esposizione prolungata.
Oggi ictus, patologie cardiache e polmonari sono fortemente influenzate dall'inquinamento (in Europa le morti per inquinamento sono 7 milioni, quelle per Covid sono state 6,5 milioni). Il dottor Bortolotti ha così bocciato la struttura tecnica e la collocazione dell'impianto nel tessuto urbano perginese. «Simili impianti esistono solo in Svizzera e a Gela (Sicilia) e non ci sono dati scientifici completi - ha concluso Bortolotti - è un'iniziativa sperimentale, ma 4.680 ore di emissione in due anni sono pesanti e richiedono controlli continui in un impianto che ha solo finalità commerciale e che prevede il trasporto a Pergine di rifiuti estranei al territorio».
Dopo le considerazioni dei consiglieri Alex Martini (M5S) e Lucia Coppola (Europa Verde), e Katia Rossato (FdI), che hanno parlato di sperimentazione a danno dei cittadini e senza un confronto pubblico sul tema (avvenuto invece a suo tempo nella comunità di Mori), il dottor Roberto Cappelletti di Medici per l'Ambiente, ha spiegato la difficoltà nel capire i reali rischi delle emissioni (pur modeste ed entro i limiti) di cadmio, metalli pesanti e diossine, che si aggiungono ad una qualità dell'area non certo buona a Pergine e in Valsugana che aumenta i rischi biologici.
Di tutt'altro tenore le considerazioni del dottor Francesco Pizzo dell'Azienda sanitaria trentina che ha parlato di emissioni ridotte e senza particolari rischi, dato che l'impianto sperimentale sarà attivo per pochi anni, esprimendo un parere positivo all'impianto, rispettoso di limiti di legge e tale da non produrre sostanze nocive se non in quantità ridotte. Considerazioni rigettare dai consiglieri Coppola e Marini che hanno ribadito come l'impianto si trovi accanto a sette siti sensibili, sia basato su una «valutazione superficiale e fin troppo serena», non rispetti il principio di precauzione e comparazioni su emissioni e nano-polveri.
Parere positivo è stato espresso invece dai funzionarti Gabriele Rampanelli, Gabriele Tonidandel e dal direttore generale di Appa Enrico Menapace che pur rigettando preoccupazioni e considerazioni dei «Medici per l'Ambiente» hanno ricordato che nel 2022 verrà fatta una ricognizione sulla qualità dell'aria e una valutazione sui siti di monitoraggio. Con l'Ordine dei medici si svilupperà un approfondimento sull'aria nel rapporto sull'ambiente, mentre la delibera provinciale non conclude l'iter autorizzato e sono ora richiesti ulteriori approfondimenti alla società proponente. La Terza Commissione proseguirà ora nell'esame della petizione ascoltando ad aprile sindaco e giunta di Pergine.