Le pecore muoiono durante il furto, in quattro a processo: i responsabili individuati con le fototrappole
I fatti risalgono al 2021, quando i responsabili delle due aziende si accorgono dell'ammanco di alcuni capi, il cui valore si aggira tra i 300 e i mille euro ciascuno, da un gregge nella zona di Spini di Gardolo
VAL DEI MOCHENI. Si riapre a Trento, con l'accusa di maltrattamenti di animali, il procedimento penale scaturito dal furto di ovini avvenuto nel 2021 ai danni di due aziende agricole della valle dei Mocheni e della Vasugana. L'accusa, rappresentata dalla pm Antonella Nazzaro, contesta la morte di due capi avvenuta nell'ambito del furto di una cinquantina di pecore, per cui quattro persone hanno patteggiato.
I fatti risalgono al 2021, quando i responsabili delle due aziende si accorgono dell'ammanco di alcuni capi, il cui valore si aggira tra i 300 e i mille euro ciascuno, da un gregge nella zona di Spini di Gardolo. Insospettiti, istallano delle fototrappole, le cui immagini consentono poi ai carabinieri di rintracciare gli autori del furto, stimato in circa 20.000 euro, e di tendere loro una trappola. I quattro sono poi stati arrestati in flagrante dal Nucleo operativo e radiomobile di Trento e dai militari di Civezzano.
A quanto si apprende, nel furto due capi erano rimasti uccisi. Per questo la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dei quattro. I proprietari degli ovini, rappresentanti dall'avvocato Anais Tonel, si sono costituiti parte civile. La prossima udienza è fissata per dicembre.