Inverno / Turismo

Quest'anno si scierà in Panarotta. Ma nei prossimi anni forse no: «Puntare sulla riconversione outdoor»

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di Giorgia Cardini

PANAROTTA. La prossima stagione invernale dovrebbe vedere gli impianti della Panarotta girare di nuovo. La speranza è concreta, perché al bando di Trentino Sviluppo spa scaduto lunedì ha risposto più di un soggetto interessato, da quello che l'Adige è riuscito a sapere. E questo è certamente un buon segno.

Ma il futuro dello sci da discesa, nella località in cui si sono formate generazioni di appassionati, appare "segnato" dalla «velocità dei cambiamenti climatici».

A dirlo, parlando della necessità di «investimenti più coerenti» per la Panarotta, rispetto a quelli preventivati tempo fa, è il vicepresidente di TS Albert Ballardini, che non può ovviamente rivelare nulla sul bando appena scaduto, anche perché proprio lui sarà incaricato dal Cda di occuparsi del resto della procedura, che prevede la richiesta ai partecipanti di presentare piani finanziari e di gestione (prevista per 6 anni) che dovranno essere valutati in tempi brevi, per arrivare a un rapido affidamento della stazione.

«Una valutazione alla quale vorrei partecipassero anche i Comuni, la Comunità e l'Apt di ambito, che l'anno scorso si sono detti disponibili a contribuire alle spese di gestione con 180.000 euro», spiega Ballardini.

«In questo momento - avverte però il vicepresidente -, non essendoci un sistema di innevamento efficiente, chi piglierà in mano gli impianti deve sapere che nella prossima stagione dovrà fare i conti con la neve che scenderà dal cielo», per altro abbondante nelle ultime annate, quando proprio gli impianti della Panarotta non sono riusciti a rimettersi in funzione, sostanzialmente per mancanza di liquidità della ex società di gestione.

E dopo? «Il bacino per innevamento e uso antincendio a cielo aperto non si farà più - annuncia Ballardini -. La mia idea (ma credo che anche in Provincia questo sia stato capito) è quella di procedere con investimenti più leggeri, in sintonia con quella che sarà l'evoluzione della località».

Ossia? «Rispetto alla velocità dei cambiamenti climatici in atto, è ragionevole prevedere spese più contenute in funzione di una futura dismissione (leggasi chiusura, ndr) degli impianti e una graduale riconversione della Panarotta in chiave outdoor».

Quindi, niente bacino a cielo aperto da 10-20 mila mc e da 5 milioni di euro (questa era la stima più recente), per privilegiare invece un vascone interrato, alimentato in modo continuo anche per consentire i rifornimenti agli elicotteri in caso di incendio (velivoli che possono al massimo caricare 8-9 quintali di acqua alla volta): con questa dotazione si dovrà fare la neve che dovrà servire nel prossimo futuro per piste su cui TS pensa di intervenire, livellandole, al fine di utilizzare sempre meno risorse idriche. Una svolta.

«I 20.000 mc di acqua necessaria all'innevamento totale si possono produrre anche con vasconi interrati - sintetizza Ballardini - e questo comporta il vantaggio di ridurre l' impatto ambientale e l'impegno finanziario, oltre a preservare anche i parcheggi presenti ora, che in gran parte sarebbero stati occupati da un invaso aperto».

Alla soluzione vascone sta lavorando un progettista su incarico proprio di Trentino Sviluppo.

Per quanto riguarda il bando, Ballardini punta a ridurre al minimo i tempi necessari per individuare il vincitore: siamo a fine settembre, ragionevolmente per fine ottobre tutto dovrà essere definito.


 


 

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