«Coperto» sì o «coperto» no? Se ne discute anche in consiglio
«Coperto» sì o no? L'argomento, che ancora nel luglio scorso aveva acceso gli animi sia tra i ristoratori dell'Alto Garda sia tra i nostri lettori, ha suscitato interesse anche da parte del consigliere di minoranza Francescomaria Bacchin.Porta infatti la firma del leghista rivano la mozione discussa martedì sera in Rocca, relativa alla voce «coperto», cui il consigliere auspica la completa abolizione
«Coperto» sì o no? L'argomento, che ancora nel luglio scorso aveva acceso gli animi sia tra i ristoratori dell'Alto Garda sia tra i nostri lettori, ha suscitato interesse anche da parte del consigliere di minoranza Francescomaria Bacchin.
Porta infatti la firma del leghista rivano la mozione discussa martedì sera in Rocca, relativa alla voce «coperto», cui il consigliere auspica la completa abolizione.
«Puntualmente si verificano numerose lamentele - ha detto - legate alla presenza di voci aggiunte nel conto finale del ristorante, quali coperto e servizio. Voci che variano arbitrariamente da locale a locale e molte volte non sono immediatamente riconoscibili nei listini, specie in quelli esposti per legge all'esterno: vere trappole per turisti, soprattutto stranieri. Si tratta di una gabella di origine medievale che, nonostante in Italia non esista nessuna legge che imponga questa tassa sul cibo, è divenuta una prassi consolidata, detestata e mai come ora, in periodo di crisi, non tollerata da chi ancora si concede di mangiare fuori casa. Il settore della ristorazione rappresenta una risorsa fondamentale per la nostra comunità, che attrae turismo e fa conoscere le nostre tradizioni. Ecco perché chiedo al sindaco di invitare le associazioni di categoria per trovare un'ipotesi unitaria e risolvere la questione». Pronte le repliche. In primis quella del vicesindaco Alberto Bertolini: «L'istituzione della voce "coperto" è una scelta che spetta al locale - ha osservato - e capisco che un turista straniero abbia difficoltà a comprendere. La nostra città non può tuttavia essere descritta in questo modo. Nel tempo Riva ha acquisito posizioni importanti e positive dal punto di vista turistico, controtendenza rispetto a quanto scritto nella mozione». «Il testo dà quasi l'idea che a Riva vi siano dei ristoratori truffaldini - la risposta del sindaco Mosaner - bisogna stare attenti, con le parole, perché in città ci sono decine di titolari di licenze in questo settore e centinaia di lavoratori alle loro dipendenze».
«Le cose che deturpano l'immagine turistica di Riva sono semmai altre - hanno aggiunto i consiglieri di minoranza - come l'area ex Cattoi, la viabilità sempre in bocca ai politici in campagna elettorale ma poi dimenticata da tutti, una città morta la sera, che non offre nulla. Non sono quindi i due euro di coperto a fare la differenza». Nonostante il peso in termini economici che, in periodo di crisi, può determinare certe scelte. Ma d'altra parte, quella del costo per il servizio ed il posto a tavola è una questione di cui da sempre si discute. Infine la replica di Flavio De Pascalis: «Viviamo in regime di libero mercato e pertanto credo sia giusto che ad ogni ristoratore venga riconosciuta la possibilità di scegliere se applicare o meno la voce "coperto", così come ritengo opportuno che gli interessati si assumano la responsabilità delle proprie decisioni». «Il turista è l'ago della bilancia - ha concluso Bacchin, che a fine discussione ha visto respinta la sua mozione - e quindi colui che determina il mercato. Chiedo una presa di coscienza e soprattutto trasparenza. Il costo del coperto deve essere pubblicato esternamente al locale, in modo tale che il cliente sappia in partenza quanto viene a costare l'eventuale balzello. Voglio che i turisti a Riva vadano via contenti, con il sorriso. Nient'altro».