Arco in lacrime per Mara Maino, stroncata dalla suina
Hanno sperato e pregato sino all'ultimo. Ma ogni giorno che passava la fiammella della speranza si affievoliva sempre di più, di fronte all'impotenza dei medici e di ogni cura. Ed è valso a poco il suo temperamento forte e vitale, la sua gioia di vivere, la sua positività, la disponibilità che l'ha sempre accompagnata in tutta la vita, il suo amore incondizionato verso il marito Franco e i figli Niccolò e Sebastian.
Mara Maino, 54 anni (ne avrebbe compiuto 55 ad ottobre), di Arco, è morta ieri pomeriggio al Policlinico di Padova dove si trovava ricoverata in condizioni quasi disperate dal 20 gennaio scorso. Ad ucciderla una forma non rara ma virulenta di influenza, la cosiddetta «suina», che proprio in Veneto in questi mesi e in queste settimane ha già mietuto alcune vittime, tra le quali anche una bambina in tenerà età.
Mara Maino è spirata ieri alle 18.50. A Padova era stata trasferita d'urgenza in elicottero dall'ospedale di Rovereto il 21 gennaio scorso, in considerazione del repentino aggravarsi delle sue condizioni. La signora Maino era stata poco bene, con alcune linee di febbre, già verso il 14 gennaio. Ma poi si era ripresa. Almeno apparentemente. Domenica 18 però si è verificata un'improvvisa quanto grave ricaduta. Nell'impossibilità di farsi visitare dal proprio medico di base, considerato che si trattava di un giorno festivo, si è rivolta al medico di guardia che - affermano i familiari - l'ha rimandata a casa. Il giorno dopo la situazione però è rapidamente peggiorata. La donna allora è andata direttamente in pronto soccorso, all'ospedale di Arco, dove è stata immediatamente ricoverata viste le difficoltà respiratorie alle quali stava andando incontro.
Dopo le analisi del caso e la possibile diagnosi, la donna è stata trasferita già lunedì al Santa Maria del Carmine di Rovereto, dove è attivo un reparto di malattie infettive. ma anche qui visto l'aggravarsi delle sue condizioni, hanno disposto l'ulteriore trasferimento, questa volta in elicottero, al Policlinico di Padova, uno dei centri italiani più preparati anche su questo tipo di patologie. La prima diagnosi di polmonite virale si è poi trasformata in polmonite batterica. Ma anche le cure antibiotiche sono risultate inefficaci a debellare la malattia. Le condizioni di Mara Maino si sono aggravate repentinamente. I polmoni praticamente non funzionavano e a consentirle di respirare ci pensavano unicamente i macchinari ai quali la donna è rimasta attaccata sino al triste epilogo di ieri sera.
Mara Maino era casalinga, aveva 54 anni, per anni è stata impegnata nel volontariato con l'Anffas e con l'associazione «Perla» di Arco, oltre ovviamente a dedicarsi con amore e passione alla famiglia, al marito Franco, ai figli Niccolò di 26 anni e Sebastian di 23. «Era una donna positiva, sempre disponibile con tutti, che sapeva farsi voler bene - racconta comprensibilmente commosso il figlio Niccolò - Una donna forte e positiva». Mara Maino era anche cognata del fotografo de «l'Adige» Stefano Salvi (titolare dell'agenzia Fotoshop Professional) al quale, unitamente ai tutti i suoi cari, al marito e ai figli, vanno le più sentire condoglianze di tutta la redazione del giornale. Dai colleghi di Riva a tutte le altre redazioni di Rovereto e Trento.