Col «Piano» stop ai centri commerciali
Basta grandi superfici di vendita per l'Alto Garda e Ledro. Il Piano di programmazione commerciale della Comunità di valle non ne prevede.
I punti di rilievo del piano sono la valorizzazione dei negozi nei centri centri storici e nelle aree pedonali; nessuna nuova area commerciale di grande vendita né a Riva, né ad Arco, né a Dro, dunque, ma la riqualificazione, ad esempio, dell'area Cbs, l'ex cooperativa contadini Basso Sarca in disuso, che dovrebbe diventare il Farmer's market di Dro, un mercato contadino, snodo tra la produzione agricola e zootecnica locale e la vendita al dettaglio per tutto l'Alto Garda e Ledro.
Il cosiddetto «Piano stralcio in materia urbanistica nel settore commerciale», questo il nome per intero, è stato discusso e approvato all'unanimità dall'assemblea della Comunità venerdì 27 marzo. Ora ci saranno 60 giorni per tutti per presentare delle osservazioni, poi tornerà in assemblea per la seconda adozione e quindi in Provincia per quella definitiva.
Il cosiddetto «Piano stralcio in materia urbanistica nel settore commerciale», questo il nome per intero, è stato discusso e approvato all'unanimità dall'assemblea della Comunità venerdì 27 marzo. Ora ci saranno 60 giorni per tutti per presentare delle osservazioni, poi tornerà in assemblea per la seconda adozione e quindi in Provincia per quella definitiva.
Il piano commerciale è il punto di approdo del lavoro di mesi, condotto dal presidente Salvador Valandro (Pd), dall'assessore Mauro Malfer (Upt) e dall'architetto Gianfranco Zolin, assieme alle municipalità, alle categorie e alle associazioni ambientaliste. «Siamo particolarmente contenti del risultato raggiunto, frutto - ha detto Valandro - anche di tutta una serie di incontri con comuni, istituzioni, categorie e associazioni, ambientalisti compresi».
La filosofia di fondo del piano prevede di «completare le iniziative commerciali già approvate (Riva del Garda e Nago ), mantenendo e potenziando gli esercizi di vendita nei centri storici e nelle nuove aree pedonali urbane indicate dal documento preliminare definitivo ma che i piani regolatori comunali dovranno recepire e precisare, in particolare nei centri a bassa consistenza e densità commerciale come Tenno, Nago e Drena».
Ma la vera scommessa della pianificazione locale è la «creazione di una "città pedonale" estesa a tutti i centri della Comunità. Questa - si legge nelle conclusioni del piano - deve essere accompagnata da iniziative di valorizzazione dei centri storici e delle nuove aree pedonali viste soprattutto come luoghi di aggregazione e socializzazione ed espressione delle identità locali».
La filosofia di fondo del piano prevede di «completare le iniziative commerciali già approvate (Riva del Garda e Nago ), mantenendo e potenziando gli esercizi di vendita nei centri storici e nelle nuove aree pedonali urbane indicate dal documento preliminare definitivo ma che i piani regolatori comunali dovranno recepire e precisare, in particolare nei centri a bassa consistenza e densità commerciale come Tenno, Nago e Drena».
Ma la vera scommessa della pianificazione locale è la «creazione di una "città pedonale" estesa a tutti i centri della Comunità. Questa - si legge nelle conclusioni del piano - deve essere accompagnata da iniziative di valorizzazione dei centri storici e delle nuove aree pedonali viste soprattutto come luoghi di aggregazione e socializzazione ed espressione delle identità locali».
«Uno dei fattori qualificanti di questo piano - spiega ancora Valandro - è il Farmer's market il mercato contadino sulle spoglie dell'ex Cbs di Dro, che nelle nostre intenzioni dovrebbe diventare il punto di confluenza delle eccellenze dei prodotti agricoli e zootecnici locali per la vendita al dettaglio. Potrebbe dare lavoro a 30/50 persone». Collocato «in zona baricentrica - si legge nella bozza di piano - tale intervento ha la valenza di una riqualificazione a scala territoriale di volumi produttivi dismessi accanto a un'area urbana».
Una delle colonne portanti del piano commerciale è il concetto di recupero. «Ci siamo dati obiettivi importanti e il nostro punto di riferimento - chiarisce Malfer - è il lavoro di recupero su aree urbane degenerate. Non vogliamo nessun nuovo centro commerciale, l'idea era di non mortificare ulteriormente il paesaggio con altri volumi. Ci sono degli imprenditori che ci chiedono di poter spostare l'edificabile su volumi esistenti perché hanno capito che è meglio la qualità della quantità. La riqualificazione dell'esistente è il sistema per gestire il territorio per i prossimi venti o trent'anni».
Una delle colonne portanti del piano commerciale è il concetto di recupero. «Ci siamo dati obiettivi importanti e il nostro punto di riferimento - chiarisce Malfer - è il lavoro di recupero su aree urbane degenerate. Non vogliamo nessun nuovo centro commerciale, l'idea era di non mortificare ulteriormente il paesaggio con altri volumi. Ci sono degli imprenditori che ci chiedono di poter spostare l'edificabile su volumi esistenti perché hanno capito che è meglio la qualità della quantità. La riqualificazione dell'esistente è il sistema per gestire il territorio per i prossimi venti o trent'anni».
La piana del Sarca è stata oggetto, dal dopoguerra a oggi, di «un'eccessiva urbanizzazione che ha portato - si legge nel piano - alla trasformazione di ampie porzioni di territorio libero, in gran parte agricolo, alla saldatura dei centri urbani e quindi alla perdita di identità e qualità architettonica».
Le grandi strutture commerciali determinano poi «problemi di traffico» e sottraggono ai centri storici il ruolo di aggregazione sociale.
Il piano sottolinea l'importanza del settore turistico per l'economia locale, e come questo necessiti delle risorse paesaggistiche ambientali: «È evidente che solo attraverso azioni di valorizzazione delle risorse territoriali, paesaggistiche, ambientali, storico e artistiche si possono sviluppare sinergie tra il settore turistico e commerciale.»
Una volta tanto pare che ecologisti e istituzioni si capiscano: «Come abbiamo scritto alle associazioni ambientaliste, che ringraziamo per il loro prezioso contributo - ha spiegato il presidente della comunità di Valle, Salvador Valandro - prevediamo una "liberalizzazione" delle attività commerciali (negozi ndr.), oltre che nei centri storici, anche nelle aree pedonali individuate dai Piani regolatori».
Questo è un passaggio particolarmente importante «perché nessun piano stralcio in materia commerciale, elaborato dalle Comunità trentine - ha chiarito Valandro - si è spinto a tanto. Vogliamo che i nostri centri storici e le zone pedonali vengano valorizzate con nuovi negozi perché questi contribuiscono a mantenerli in vita, a creare comunità, a costruire legami e a fermare la disgregazione sociale».
Tre i nuovi centri commerciali ipotizzati nei mesi scorsi che la Comunità di valle però non ha accolto: a Riva niente da fare con l'idea di allargare il Liberty center; ad Arco lungo via Sant'Andrea «nessun centro commerciale - assicura Valandro - noi prevediamo un'area sportiva; magari qualche singolo negozio ci arriverà pure ma per quel che ci riguarda è una zona sportiva. È chiaro che il piano commerciale, che diventa vincolante dopo l'approvazione della Provincia, va recepito nel Piano regolatore di Arco». La terza zona cassata è quella di Pietramurata.
«La necessità di prevedere la revisione di alcuni piani attuativi comunali - conclude il piano - dovrà essere finalizzata alla riduzione dei volumi (già autorizzati), alla riqualificazione dell'esistente, all'inserimento paesaggistico ambientale delle iniziative».