Vietato vendere o mangiare le anguille del Garda

Sono contaminate e pericolose per la salute

Vietato vendere o mangiare le anguille del Garda. Sono contaminate da diossine e policlorobifenili (Pcb) e sono pericolose per la salute delle persone. Il ministero della Salute con il decreto pubblicato il 13 giugno sulla Gazzetta ufficiale, ha prorogato per il quarto anno consecutivo un'ordinanza sulle «misure urgenti di gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago di Garda».

Sono stati esaminati, nel corso del 2014, 20 anguille e 4 coregoni da parte dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo e gli esemplari contengono valori elevati di sostanze inquinanti. Secondo quanto riferisce Gerardo Musuraca nell'articolo apparso sull' Arena di Verona di ieri, le stazioni di prelievo dei pesci «sono state Desenzano, Toscolano e Torbole. Ben 7 campioni di anguille su 20 esaminati, cioè il 35 per cento, hanno rivelato valori di somma di diossine e Pcb-diossino simili fuori scala, pericolosi per l'uomo. I campioni erano stati catturati tra il 23 gennaio e il 15 dicembre 2014 e "non sembrano esserci differenze tra i due periodi presi in esame", scrive l'Izs. Tradotto: le quantità di inquinanti non sembrano essersi modificate nei pesci, nonostante il trascorrere del tempo». Peraltro va tenuto presente che le anguille si spostano anche di chilometri, per cui posto di cattura non equivale a sito inquinato. E che in ogni modo la balneazione non è toccata dal divieto. 

Il ministero ha acquisito il 24 aprile 2015 «la relazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale per l'Abruzzo e il Molise, laboratorio nazionale di riferimento per le diossine e i Pcb in alimenti destinati al consumo umano, condivisa con il «Centro di referenza per l'epidemiologia veterinaria, la programmazione, l'informazione e l'analisi del rischio», contenente la valutazione dei livelli di contaminazione di diossine e Pcb in campioni di prodotti ittici del lago di Garda». Da questa relazione il ministero ha compreso che è necessario «mantenere in vigore le misure di divieto per la gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago di Garda».

«Dai campionamenti del 2011 e 2012 sulle anguille del Garda - riferiva all'Adige due anni fa, Giorgio Franzini, responsabile dell´Ufficio Lago di Garda dell'Agenzia regionale del Veneto che si occupa di protezione ambientale - erano già emersi livelli simili o superiori ai limiti di legge. Il problema resta quindi costante, anche se la contaminazione risale a molto tempo fa. I Pcb sono sostanze introdotte dagli anni '20 in moltissimi materiali sia nell'industria sia nell'elettrotecnica, fino agli anni ´80, quando ne venne vietato l'uso e la produzione poiché cancerogeni. Questo non ha però potuto impedire nel tempo la loro immissione nell'ambiente e il fatto che gli attuali valori di tossicità siano ancora simili a quelli di due anni fa indica come il loro smaltimento sia molto lento. Non essendo solubili nell'acqua, i Pcb si depositano sul fondo; le anguille sono pesci da fondale con un elevato strato adiposo: qui i Pcb si accumulano, risultando in quantità superiore ai limiti di legge per il consumo».

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