Irrigazione a pioggia, altri milioni da Trento
«I finanziamenti necessari arriveranno» parola di Dallapiccola.
Sarà pronto in primavera il superimpianto di irrigazione a goccia che innerva tutto il Basso Sarca, una rete ciclopica, che tra dorsale e ramificazioni, costerà complessivamente sui 30 milioni di euro.
Mancano però alcuni milioni per completare la distribuzione capillare campagna per campagna, vigneto per vigneto, fondo per fondo. Per questo ieri mattina, alle 7.30, il presidente del Consorzio di miglioramento fondiario di secondo grado Alto Garda, Arturo Campetti, ha accompagnato gli assessori provinciali Tiziano Mellarini (Upt, cultura cooperazione sport) padrino politico del progetto, e Michele Dallapiccola (Patt, turismo e agricoltura) per fare capire l’importanza dell’intera operazione, anche perché «è inutile - ha detto Campetti con un esempio - portare da mangiare e poi non poter mangiare». E a Campetti, l’assessore Dallapiccola ha assicurato che i finanziamenti necessari verranno trovati.
Il presidente del consorzio di secondo grado ha chiarito che l’impianto di adduzione principale è costato sui 15 milioni, coperto per il 90% dalla Provincia, ai quali ne vanno aggiungi altri 7 o 8 per la rete di distribuzione in alcune zone ancora prive come l’olivaia di Arco o quella del monte Brione».
I lavori sono iniziati a giugno 2013; interessanno 7 consorzi agricoli: Dro e Ceniga, Arco, Romarzollo, Laghel, Varone, olivaia monte Brione e Nago Torbole, per una superficie di 1.340 ettari. Le opere suddivise in tre lotti, Arco, Maza-Brione-Linfano e Ceniga Padaro. Verranno servite zone finora prive come Laghel, Brione e Varone.
Con il nuovo sistema a tubazioni detta «a pressione» che poi arriva alla pianta con il metodo «a goccia», si risparmia molta acqua, circa due terzi rispetto al consumo attuale.
Ieri mattina i due assessori sono stati accompagnati dai presidenti dei sette consorzi di miglioramento fondiario, dai rappresentanti delle ditte che stanno eseguendo le opere, e dai progettisti, sono stati a Dro e Ceniga e sulla Maza. Presso la sede dell’associazione agraria hanno potuto vedere immagini e video che hanno raccontato dei lavori eseguiti e dei soldi pubblici spesi. «Alcune delle opere come all’Albola hanno richiesto l’intervento di rocciatori e dell’elicottero, altri posti sono stati piuttosto ostici come l’attraversamento di via Santa Caterina.
Sparirà una parte di corsi d’acqua di campagna ma anche la fitta di Arco perderà lo scorrere dell’acqua secolare sotto le mura del centro storico. Questa è una delle controindicazioni del progettone mentre sulle proteste che riguardano le tubature che dal ponte romano di Ceniga portano l’acqua a Laghel, Campetti ha garantito che il tracciato verrà risistemato come era in precendenza.