La maglia nera dei rifiuti? All'Alto Garda e Ledro

Ci si aspetta che la zona dell’Alto Garda e Ledro sia tra le più pulite del Trentino, una vera oasi ecologica, se non altro per una questione di immagine nei confronti dei tantissimi turisti dal Nord Europa, molto attenti a tutto ciò che profuma di ambiente. Ed invece dal 4° Aggiornamento del piano provinciale di gestione dei rifiuti, sezione rifiuti urbani, risulta che nonostante in tutta la provincia si stia continuamente migliorando, la zona dell’Alto Garda e Ledro risulta maglia nera dei rifiuti.

Se infatti la Val di Fiemme è la più virtuosa, con un conferimento di materiale differenziato che nel 2013 era dell’86 per cento, il bacino del Benaco conta su un misero 61 per cento, penultima prima della Val di Sole. Per avere un’idea dell’andamento generale, in Provincia si marcia intorno al 74,6, già un dato più che rispettabile. I dati del 2015 sono ancora più impietosi: la percentuale di raccolta differenziata resta arroccata sul 60,6 per cento. Tutto questo in contrasto con l’andamento generale: nonostante un inizio lento, i trentini si sono abituati a separare verdure da cartone, e vetro da plastica, così che da un triste 21,3 per cento di differenziata del 2002, in poco più di una decina di anni si è arrivati ai livelli attuali che oscillano intorno all’85 per cento.

Sono tre i punti di forza che hanno cambiato il panorama dei rifiuti: l’utilizzo di sistemi di raccolta “spinti” per dividere le maggiori frazioni di immondizia, spesso con il sistema porta a porta; una rete capillare di centri di raccolta sia comunali che zonali; il pagamento dei sacchetti per il residuo, partito in diverse zone del Trentino ancora nel 2013 e non ancora recepito in Alto Garda e Ledro. E questo spiega in parte, la cattiva performance in tema di sostenibilità ambientale. Nella zona dell’Alto Garda e Ledro, infatti, si può gettare ancora la spazzatura senza utilizzare il sacchetto marchiato e disponibile, una volta esaurita la scorta, solamente a caro prezzo.

«La situazione è complicata - spiega Mauro Malfer, presidente della Comunità di Valle  - e da tempo stiamo lavorando ad un nuovo progetto generale di raccolta che darà le risposte adeguate. Ci siamo fermati per una pausa di riflessione a primavera, in concomitanza con i rinnovi delle cariche, ma ora stiamo già discutendo con gli amministratori perché queste novità vengano discusse nei prossimi consigli comunali». «Inoltre, e questo risulta chiaro anche dai dati più recenti - aggiunge Malfer -  in estate bisogna fare i conti con la presenza massiccia dei turisti, e quindi sale anche il volume generale dei rifiuti urbani: se in gennaio a Riva del Garda vengono raccolte 715 tonnellate, in luglio si arriva a 1.175 tonnellate». C’è un dato che alla fine però resta sul piatto, ed è decisamente proccupante: riguarda la quantità di immondizia «creata» da ogni persona ogni anno. L’obiettivo stabilito per il 2018 parlava di 81 chilogrammi all’anno per abitante e questa cifra era già stata raggiunta da tutti i bacini di utenza ancora nel 2013(con eccellenze al ribasso di addirittura 24,5 kg) tranne che dall’Alto Garda e Ledro, che navigava felice sui 104,6 chili di immondizie a testa all’anno.

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