Ultimo addio a Kevin Ventura Il ricordo di amici e colleghi
Un abbraccio fisico e un abbraccio simbolico. Mille abbracci, ripetuti, intensi, che si vorrebbe potessero essere infiniti. Per allentare il dolore, la tristezza, ritrovare anche solo un attimo di pace interiore e rimettere insieme i pezzi «rotti» di un cuore ferito a morte. Mille abbracci tra le lacrime e un abbraccio simbolico grandissimo hanno accompagnato ieri pomeriggio Kevin Ventura verso il suo ultimo viaggio terreno, nel momento del commiato e del saluto, dell’«arrivederci» per chi crede, dell’«addio» per altri. In un afoso pomeriggio di luglio, quattro giorni dopo quella terribile nottata tra sabato e domenica che ha spezzato la vita di un ragazzo di appena 20 anni, centinaia e centinaia di ragazzi poco più che adolescenti hanno gremito la chiesa di San Giuseppe al Rione Degasperi per salutare per l’ultima volta il loro amico dal sorriso solare e contagioso oppure il collega che da qualche tempo lavorava alla «Dana». Tutti presenti, nessuno è voluto mancare, accanto alla mamma Loredana e al fratello Beppe, alla fidanzata Angelica che ha affidato ad un’amica la lettura finale di una lettera d’amore per il suo Kevin, il suo angelo che ora veglierà tutti dalla lassù.
Il caldo e l’umidità opprimente sul corpo anche all’interno della chiesa non sono nulla al confronto del dolore che schiaccia il cuore di tutti i presenti. Nella sua omelia don Mattia Vanzo ha ricordato come «la morte di Kevin non può offuscare la preziosità della sua vita, di ciò che ci ha unito a lui, del suo sorriso, della sua disponibilità, della sua generosità. Vogliamo onorare la vita piena e bella di Kevin, non la sua morte. Come affermava don Piergiorgio Frassati - ha sottolineato ancora don Mattia - dobbiamo vivere e non vivacchiare. Vogliamo tenere viva la memoria di Kevin per cercare di vivere questa nostra vita e non vivacchiare. Così onoreremo e terremo vivo il suo ricordo, il suo entusiasmo, la sua vitalità, la sua generosità, cià che di bello ci ha lasciato. Il sorriso di Kevin possa diventare la nostra pace e Kevin interceda per noi».
Angelica, la fidantaza del giovane rivano, ha affidato alla voce di un’amica la lettura della sua lettera, un breve scritto intriso di amore, sogni e speranze, queste ultime purtroppo svanite troppo presto. «Ti prometto di essere forte - ha detto Angelica - Guardami da lassù e rimani per sempre nel mio cuore. Ti amo per sempre, la tua Angie».
Il feretro di Kevin Ventura, addolcito da una marea di fiori bianchi (il colore dell’innocenza e della purezza), è stato poi portato fuori a braccia dagli amici con le noti di «Destinazione Paradiso» di Gianluca Grignani che risuonano nel piazzale antistante la chiesa e un mare di palloncini bianchi e azzurri viene liberato in cielo, accompagnato da un lungo applauso e dalle lacrime che solcano il volto di tutti i presenti. Perché è sempre difficile, anzi impossibile, trovare un senso alla morte di un ragazzo di vent’anni.