Lago color fango e pieno di detriti Tonnellate di tronchi e rami
Dopo ogni diluvio le acque del Garda più prossime alla foce del Sarca cambiano colore. Ma non era mai successo che tutto lo specchio del Garda Trentino, da Riva fino a Capo Reamol e Navene, assumesse il color fango che il lago ha mostrato ieri dopo tre giorni di maltempo come non se ne ha memoria dalla fine degli anni Sessanta.
L’impatto visivo è solo l’indizio più eclatante di quanto è finito nel Garda: centinaia di milioni di metri cubi di fango, terra, legname, plastica e detriti vari che si sono riversati sul lago e poi lungo tutte le spiagge, i porti e i canali.
Già da ieri erano in corso le operazioni di recupero dei frammenti più grossi, con una impresa specializzata che ha iniziato a ripulire piazza Catena e il canale della Rocca. Lungo le spiagge si interviene anche da terra, raccogliendo i detriti in grandi cumuli che poi vengono recuperati con un ragno meccanico e portati via. Resta ancora da ripulire tutta l’area di porto San Nicolò, dentro e fuori la darsena. Tutto materiale che non sarà facile smaltire: si configura infatti come «rifiuto speciale» perchè al legno è mischiato ogni altro tipo di detrito trascinato a valle dai fiumi e dall’«Adige Garda». Relativamente più semplice recuperare qualcosa dagli oltre 50 alberi tagliati e trasportati al Centro raccolta della Baltera: le ramaglie saranno divise da tronchi e rami più grossi, che diventeranno legna da recupero.
Il vento e le correnti, ora che il grosso della precipitazione è alle spalle, giocheranno un ruolo impotante. L’Ora riporta i detriti a riva, dove è più facile recuperarli, il Pelér tende a portarli al largo, con evidente pericolo per la navigazione, sia a vela che di linea a motore. E proprio ieri è iniziata la «Halloween Cup», con 430 giovanissimi velisti in regata per il Circolo Vela Torbole, chiamati a sfidare anche gli ostacoli improvvisi che il lago può celare tra un’onda e l’altra sui loro minuscoli «Optimist»: «Ma in molti vengono da Germania e paesi nordici, gente abituata a regatare col maltempo» dicono al circolo.
Alle correnti del Garda invece spetta il compito di rimescolare le acque e portare verso il fondo fango e limo ora in superficie. Potrebbero volerci giorni prima che il lago ritrovi il suo aspetto «mediterraneo», mentre i suoi livelli continuano a salire: 30 centimetri in cinque giorni, dai 62 metri sullo zero idrometrico di Peschiera del 27 ottobre ai 92 del 31. E continua a crescere.