Sessa, dopo il rogo al Tex Mex «Dura, ma non mollo il locale»
«Non mollo, non mollo il locale. Non ho dormito tutta la notte, non riesco a connettere, ma mi sono dato un termine, entro Natale deciderò cosa fare», così Tiziano Sessa.
Il rogo del suo ristorante, il Tex Mex, apprezzato locale altogardesano, è stato incenerito venerdì alle 3 di notte da un furioso incendio. Decine di vigili del fuoco sono intervenuti per domare le fiamme ma quasi tutto il locale è stato carbonizzato. Attività chiusa e dodici dipendenti senza futuro immediato. Salva la famiglia che abitava ai due sopra nella palazzina che dà sulla statale alla rotatoria ovest di Nago; Lucia Rigatti, la proprietaria al secondo piano, e la figlia Giorgia con Juri e il figlioletto di 6 anni al primo. Per loro è stato necessario un intervento straordinario da parte dei vigili del fuoco: li hanno fatti uscire da una finestra al primo piano perché l’uscita di casa e le scale erano impraticabili per fumo e fiamme. Non è chiaro come si sia originato il probabile corto circuito che ha dato via al rogo; i carabinieri stanno ancora analizzando gli elementi a loro disposizione.
Ieri erano al lavoro i periti delle assicurazioni della proprietà, Lucia Rigatti, e del ristorante. Difficile ancora capire quando potrà rientrare la famiglia Rigatti che abita i due piani sopra il Tex Mex. Gli appartamenti dovranno essere controllati accuratamente e poi sanificati prima di tornare agibili. Intanto, sono ospitati da un fratello di Giorgia Rigatti.
«Non ho dormito, devo ritornare la calma e la serenità, non riesco a focalizzare ora il futuro, non riesco a pensarci. Devo capire con calma cosa fare, da che progetto ripartire. L’unica cosa sicura è che non mollo il locale, per vari motivi, per l’affetto che mi lega. Sono un po’ preoccupato per la clientela, come fare ad avvisare tutti, soprattutto i prenotati per il cenone di Capodanno».
Una promessa la fa a se stesso Sessa: «Entro Natale deciderò che fare. Lo devo anche a mia moglie ai figli, ai dipendenti, ai fornitori. Abbiamo avuto una valanga di messaggi di solidarietà e di affetto su Facebook e questo è bellissimo, fa davvero piacere in momenti come questo».
Per quanto riguarda invece la famiglia Rigatti, il sindaco di Nago Torbole, Gianni Morandi, pure lui presente la notte tra giovedì e venerdì davanti al locale, ha fatto sapere che prima di poter consentire il rientro, «occorre verificare che tutta l’impiantistica sia a posto. Nei prossimi giorni le aziende del gas e dell’elettricità faranno i loro controlli, poi si dovranno bonificare gli ambienti soprattutto dall’odore di fumo che impregna tutto quanto. Appena tutto sarà sistemato potranno rientrare».