Morto a 55 anni Ivan Zucchelli Stava scontando 30 anni per l'omicidio di Daniela Sobotig
La morte ha messo la parola fine ad una vicenda travagliata e dolorosa. L’altroieri è scomparso per cause naturali Ivan Zucchelli, 55 anni, l’imprenditore rivano che da luglio scorso si trovava agli arresti domiciliari, condannato in Cassazione nell’aprile del 2017 per l’omicidio dell’amica e farmacista friulana Daniela Sabotig, 54 anni.
Zucchelli è deceduto all’hospice di Mori a causa di un tremendo male, e fino all’ultimo è stato circondato dall’affetto dei suoi cari che non hanno mai smesso di credere alla sua innocenza.
I fatti risalgono alla notte tra il 4 e il 5 febbraio del 2013 quando Zucchelli e Sabotig rimangono vittime di un incidente stradale lungo la strada che costeggia il lago di Ledro verso Pur: la Renault Kangoo su cui si trovano i due esce di strada precipitando nella scarpata. Daniela Sabotig, amica di Zucchelli da anni e malata di sla, perde la vita. E Ivan Zucchelli, praticamente illeso, racconta di una tragica fatalità. Ma ben presto le indagini dei carabinieri disegnano una realtà diversa e quattro giorni dopo l’uomo viene arrestato con l’accusa di «omicidio volontario aggravato». Tra i moventi, quello economico.
La battaglia tra pubblica accusa e difesa attraversa tutti e tre i gradi di giudizio: il 4 luglio 2014 il Tribunale di Rovereto condanna Zucchelli a 30 anni di carcere; un’anno più tardi, il 15 luglio 2015 la Corte d’appello di Trento conferma il verdetto; la Cassazione non fa passi indietro e il 26 aprile 2017 arriva il giudizio definitivo che conferma i 30 anni iniziali. E l’uomo viene rinchiuso nel carcere di Padova.
Purtroppo le sue condizioni di salute iniziano a peggiorare e dagli esami eseguiti la primavera scorsa emerge una grave patologia incompatibile con il regime carcerario. Da qui la richiesta presentata in prima istanza dallo stesso Zucchelli e in seguito dai suoi legali, che porta alla decisione dell’ufficio di sorveglianza del tribunale di Padova di concedere all’uomo gli arresti domiciliari presso la sua abitazione a Riva, dove dal luglio scorso ritorna a vivere assieme alla moglie, che lo sostiene sempre.
Nonostante le cure, la sua salute peggiora continuamente, in maniera drammatica a dicembre scorso, quando perde il papà Mario Zucchelli, 82 anni, storico albergatore e apprezzata figura politica, già assessore e presidente del consiglio comunale di Riva. Dopo un periodo in ospedale, Ivan Zucchelli rientra per un periodo a casa, ma una decina di giorni fa è costretto al ricovero presso l’Hospice di Mori, dove mercoledì viene a mancare.
«Fino all’ultimo - ricorda il suo legale Paolo Bonora - Ivan ha sostenuto la sua innocenza, e anche se mostrava di essere tranquillo, di sicuro questa cosa lo ha segnato profondamente. L’avevo visto martedì all’Hospice di Mori. Con la sua morte si è chiuso un capitolo triste, da qualsiasi punto lo si guardi».
Sin dalle prime accuse, Ivan Zucchelli si è sempre detto estraneo ai fatti e la famiglia gli è stata vicina con affetto, dedizione e fiducia. Anche il padre lo ha sempre sostenuto, preoccupandosi della sua vicenda umana e giudiziaria. Ivan Zucchelli, per suo espresso desiderio sarà cremato e le ceneri disperse tra i monti altogardesani.