Il Trentodoc di Riva del Garda riposa in fondo al lago: posate 1200 bottiglie - VIDEO
Sabato mattina 1.216 bottiglie di spumante metodo classico sono state posate a 38 metri di profondità, sul fondale del lago di Garda, dove riposeranno per dodici mesi. Un’operazione, quella effettuata dalla Cantina di Riva del Garda - grazie al Gruppo sommozzatori di Riva del Garda ed ai vigili del fuoco volontari - che permetterà alle bottiglie di spumante di proseguire la maturazione in condizioni di temperatura, pressione e luce del tutto particolari.
Il vino diventerà il Brezza Riva Riserva Blanc de Blancs (TrentoDOC Spumante Metodo Classico): le bottiglie sono state collocate a 38 metri di profondità con una operazione spettacolare, quella effettuata da Cantina Riva del Garda, che permetterà alle prestigiose bottiglie di Spumante di proseguire la loro maturazione in condizioni di temperatura, pressione e luce del tutto particolari.
«A queste profondità, con una temperatura costante che oscilla in modo lento tra i 9 e i 13 gradi, in assenza di luce e rumori, le 1.216 bottiglie di Spumante Brezza Riva Riserva troveranno le migliori condizioni per una lenta e incessante maturazione», spiega Furio Battelini, enologo di Cantina Riva del Garda. «A quella profondità c’è sia una minore differenza tra pressione interna alle bottiglie - all’incirca 6 bar - e quella del lago - costante a quasi 5 bar - sia la quasi totale assenza di ossigeno. Queste sono condizioni difficilmente realizzabili in superficie che abbattono decisamente lo scambio gassoso esterno-interno, permettendo una maturazione più lenta”, spiega Battelini».
Un processo di vinificazione iniziato con la pressatura soffice delle uve e solo il primo 55% della Cuvée utilizzata, proseguito un mese fa con il tiraggio e ora con la maturazione nelle profondità del Lago di Garda, a trentotto metri di profondità e sessanta dal porto San Nicolò.
Comunque una spettacolare operazione del Gruppo Sommozzatori di Riva del Garda, coadiuvati dai Vigili del Fuoco Volontari di Riva del Garda, è stata seguita anche da un attento pubblico da riva. Si tratta di uve Chardonnay che crescono in un prezioso vigneto collocato nell’Alto Tennese e condotto interamente in modo biologico, per una resa che non supera i 40 hl per ettaro. Quindi, ci si aspetta uno spumante con perlage fine e persistente che tra dodici mesi emergerà dal profondo del lago e consumerà la sua ultima fase di maturazione per ulteriori due anni, fino alla commercializzazione come Pas Dosè.
Ma non è tutto. Infatti, il dolce cullare delle correnti che a quelle profondità accarezzano le bottiglie, impedirà che al loro interno, nella importante fase di autolisi, si formino depositi e stratificazioni, in particolare dei lieviti, i quali in condizioni normali decadono. Invece, sarà proprio quel cullare perpetuo a mantenere il moto dei sedimenti all’interno delle bottiglie, i quali arricchiranno ancora di più lo spumante di profumi e struttura. In altre parole, saranno la «Brezza del Lago» e le sue correnti ad occuparsi e prendersi cura delle 1.216 bottiglie, in una situazione impossibile da riprodurre altrimenti.
LA FOTO DEL GRUPPO AL LAVORO