Riva, la multa alla sindaca e il permesso sul cruscotto. Santi: ce l’avevo. Apm: «L’operatore ha fotografato, non c’era»
Inedito botta e risposta per una contravvenzione elevata ad aprile: la prima cittadina l’ha comunque pagata, ma insiste che aveva ragione, però la società dei parcheggi ha la prova
RIVA DEL GARDA. Si tinge di giallo la vicenda della multa per divieto di sosta data da un operatore della società Apm-Alto Parcheggi alla sindaca Cristina Santi alla fine di aprile allorquando la prima cittadina aveva parcheggiato la propria auto in piazza Catena senza esporre, questa la contestazione che ha dato origine alla sanzione, il relativo permesso.
La sindaca quella multa l’aveva pagata subito, non voleva nemmeno dare pubblicità alla cosa ma in una città piccola come Riva la notizia si era diffusa alla velocità della luce. E proprio da queste colonne aveva detto che «probabilmente si era trattato di un fraintendimento, sono in possesso di un regolare permesso che era esposto sul cruscotto dell’auto ma che probabilmente - aveva aggiunto - dev’essere sfuggito all’operatore».
«Da sempre è prassi che i nostri ausiliari della sosta facciano una foto al cruscotto delle auto prima di elevare l’eventuale contravvenzione - osserva di rimando l’amministratore unico di Apm Pierluigi Bagozzi - Questo a tutela nostra ma anche dei cittadini, nel caso di eventuali ricorsi o, in casi di errore (molto rari fino ad ora), per ritirare la multa in autotutela. Queste fotografie vengono registrate sempre in un sistema apposito gestito dalla Polizia Locale».
E in questo caso la foto è stata fatta? «Certo, è stata fatta - risponde senza esitazioni Bagozzi - L’operatore ha fatto la foto, come la si fa sempre e a tutti».
Lei l’ha vista? «Sì, l’ho vista. Se l’operatore ha deciso di elevare la contravvenzione, è evidente che il permesso non era esposto».
E quando ha letto sul giornale la spiegazione della prima cittadina cosa ha pensato? «Diciamo che sono state dette cose che non condivido - prosegue Bagozzi, ormai in scadenza di mandato - Soprattutto perché si mette in dubbio la professionalità dei nostri operatori che io voglio difendere fino all’ultimo giorno del mio mandato. E diciamo che se non fossi in scadenza avrei reagito subito in modo sicuramente diverso...».
La sindaca Cristina Santi dal canto suo ribadisce la sua ricostruzione dei fatti: «Il permesso c’era, era esposto, forse sarà scivolato e caduto dal cruscotto ma io l’ho messo. Tenete presente che non è un tesserino ma un foglio formato A4 inserito in una busta trasparente di plastica. E tra l’altro - aggiunge la prima cittadina - quel permesso potrei anche non esporlo, non sono obbligata in quanto ho comunicato la targa della mia auto a tutti i soggetti interessati (Apm, Polizia Locale, forse dell’ordine in generale)».
Il problema, aggiunge la prima cittadina, potrebbe essere un altro: «La mia auto è in leasing e può darsi che il numero di targa non risulti a mio nome».
Santi non mette in dubbio la professionalità degli operatori di Apm: «Hanno sempre lavorato e lavorano bene, questo è innegabile. Ma possono sbagliare loro esattamente come posso sbagliare io». Di un’altra cosa la sindaca è assolutamente convinta: «Queste polemiche sono inutili, sterili e fanno solo male alla città, soprattutto in questo difficile momento. Chiudiamola qui che è meglio».