Discarica della Maza, in azione le ruspe speciali che «separano» la plastica, ma dalla bonifica escono tonnellate di batterie e pneumatici
L’opera costa 26 milioni di euro, finora «setacciato» solo un quarto del totale del sito, ecco l’elenco impressionante di cosa si è trovato nell’immondizia depositata in mezzo secolo
ARCO. Ce ne sono cinque al mondo, rappresentano di fatto il prototipo di un nuovo modo di setacciare i rifiuti rimuovendo la plastica da tutto il resto con un potente getto d'aria lanciato in senso opposto alla direzione del in cui viene mosso il materiale da analizzare. Macchine avveniristiche che danno una speranza a un pianeta che di plastica sta soffocando e permettono di bonificare le grandi discariche. Esattamente quello che sta accadendo alla Maza, dove sono operativi due dei cinque prototipi di «Airflex» finora prodotti dalla tedesca «Doppstadt» che piano piano stanno divorando il milione di metri cubi del lotto «1» con la sua montagna di rifiuti scaricati dagli anni Cinquanta in poi.
Dopo una prima fase di vagliatura del materiale fatta con altre macchine operatrici (in modo da eliminare gli elementi più grossolani, come sassi, inerti, legno, ingombranti) e una seconda di deferizzazione (con l'impiego di potenti calamite che separano i metalli), il terzo passaggio che i rifiuti della Maza devono affrontare è proprio attraverso le due grandi «Airflex» in funzione da circa un anno nella discarica altogardesana e che rappresentano, in termini di investimento, una fetta importante dei 5 milioni di euro spesi dalla ditta all'opera per dotarsi di tutto quanto necessario per far sparire quel pezzo di discarica.
Beninteso: alla Maza (1 milione di metri cubi di immondizia) è stato trovato di tutto: due tonnellate di batterie d’auto usate, 298 tonnellate di pneumatici, 184 tonnellate di asfalto, 76 tonnellate di ceppaie:, 3.523 tonnellate di mattoni, 115 tonnellate di materiali ferrosi, 4.242 metri cubi di ingombranti, 17.920 metri cubi di terre e rocce di scavo, 36.714 metri cubi di rifiuti solidi. E siamo solo a un quarto della bonifica.
I due prototipi di macchinario sono stati mostrati al governatore Maurizio Fugatti e ai sindaci altogardesani nel corso del sopralluogo fatto alla discarica venerdì scorso; la delegazione di amministratori e tecnici ha potuto verificare anche l'avanzamento della maxibonifica in corso alla Maza. Avviata con i primi campionamenti a novembre del 2019 ma ben presto sospesa nel marzo 2020 per la pandemia (che aveva fatto chiudere tutti i cantieri) e poi ripresa tra maggio e giugno 2020 superando anche le difficoltà subentrate - sempre a causa del virus - che in un primo momento avevano impedito ai tecnici tedeschi di consegnare i due «Airflex» in Italia per le limitazioni allora in vigore.
Di fatto si lavora a pieno regime da circa un anno e finora sono stati rimossi, setacciati e bonificati 250 mila metri cubi di materiale, un quarto del totale. Per completare l'opera con i restanti 750 mila serviranno probabilmente altri due anni, completando l'enorme lavoro di bonifica per il 2024. Peraltro in alcuni settori del lotto «1» l'intervento è già arrivato al livello base del terreno, intercettando così anche gli strati più datati (si parla del Dopoguerra) della discarica.
Per i lavori relativi alla bonifica della porzione non impermeabilizzata del primo lotto della discarica sono stati stanziati 23 milioni di euro. È stato predisposto e approvato il progetto esecutivo per la copertura superficiale della porzione impermeabilizzata del primo lotto, relativo alla cosiddetta "vasca Broz", per un importo pari a 1,5 milioni di euro. E sono stati già avviati interventi propedeutici per la successiva realizzazione della terza unità funzionale del collegamento strada. In pratica dall'uscita del tunnel verso il Sarca e poi fino al Cretaccio.