Il pavone del “Rione” che spopola su Instagram: per mesi ha tenuto svegli gli abitanti della zona
Il lieto fine è stato assicurato dal fatto che, nell'accogliente chiostro del convento delle Grazie di Ceole il Ciuffo innamorato, ha trovato ad attenderlo la sua compagna, una avvenente Pavona dalla quale era stato per qualche giorno, e a forza, separato
RIVA. Ciuffo Pavone, il pavone più famoso di Riva, ha trovato l'amore ed è finito in convento. Nessuna mortificazione della carne di pavone, sia chiaro e niente saio sulle sue coloratissime piume. Il lieto fine è stato assicurato dal fatto che, nell'accogliente chiostro del convento delle Grazie di Ceole il Ciuffo innamorato, ha trovato ad attenderlo la sua compagna, una avvenente Pavona dalla quale era stato per qualche giorno, e a forza, separato. Ma alla fine, come dice il poeta, l'amore vince, sempre. E questo vale anche per i pavoni.
La storia è questa. Ciuffo Pavone è da circa tre anni una vera star, tanto che gli è stato dedicato un sito su Instagram, curato dalla signora Emma che ha preso a cuore la vicenda. Le sue origini sono misteriose. Il Rione Degasperi, la zona di viale Bresadola di fronte alla rotonda dell'Agraria, lo ha intrigato. E Ciuffo vi si è stabilito, felice e contento. Grazie al suo buon carattere e alla sua strabiliante "ruota" di piume è diventato amico di tutti. Le sue giornate erano ricche di impegni.
Se ne stava nel giardino della signora Ada, poi passava a "raspettare" in quello della signora Marinella e, puntuale come un pavone svizzero, ogni giorno alle 17.30 saliva su un cedro e si sistemava sul solito ramo per passarvi la notte. Ma non disegnava qualche passeggiata notturna sui tetti. Il Ciuffo Pavone durante il giorno entrava nelle cucine, seguiva la padrona di casa che gli allungava da sgranocchiare, semi o altre pavonerie. Andava anche nelle cantine, poi da spirito avventuroso qual'era attraversava la strada. Di qua e di là, incurante della segnaletica in quei posti proprio incasinata. E la gente lo salutava: «Ciao Ciuffo Pavone, vai a fare la spesa?». E lui, contento, faceva la ruota.
La sua protettrice, la signora Emma, gli aveva messo su un sito internet che neanche un divo del cinema. Con storie e foto e aveva fatto delle magliette colorate con il disegno di Ciuffo che metteva in vendita. Per comprare semi e roba da mangiare per il suo protetto. Poi come nelle migliori storie, è arrivato l'amore. Un bel giorno, non molto tempo fa, ecco che compare una affascinante Pavona. Il Ciuffo ha una tempesta ormonale. I due intrecciano le loro ruote e i loro destini. E si scatenano i problemi.
Non per i due innamorati, ma per gli abitanti della zona. I due Pavoni alzano al cielo, ad ogni ora del giorno ma soprattutto della notte, strepiti terribili. Le "urla" sono senza tregua, sgraziate, irritanti, un tormento insostenibile. Una sorta di "Nessun dorma" alla Pavarotti, e, al Rione Degasperi, nessuno dormì più. Bisognava fare qualcosa. Qualcuno chiedeva addirittura una fucilata, ma intimidatoria. Partì una segnalazione all'amministrazione comunale per chiedere al sindaco provvedimenti, mica si poteva andare avanti così. Il sonno è sacro e va tutelato.
In Comune si è ben consci che il terreno è minato: gli animali vanno pur sempre rispettati. Anche se romponi. Viene investito del problema un amministratore che, per buona sorte, è veterinario. Il dottor Franco Gatti fa così intervenire gli uomini della Forestale coordinati da Ezio Berteotti. Dove metterli, una volta catturati? Idea: mettiamoli in convento. I frati delle Grazie sono francescani. Hanno dunque la vocazione di parlare con gli amici animali. Il raid della Forestale ha parziale successo. Utilizzando una rete pescano la pavona femmina che finisce nel chiostro accudita da fra' Domenico e confratelli.
Ma è a questo punto che Il Ciuffo dimostra di che scorza è fatto. Sfugge, con stratagemmi e strategie, ai diversi tentativi dei Forestali. Ci provano a buttare le reti ma il Ciuffo è furbo come una volpe. La solfa va avanti per una decina di giorni. I Forestali all'attacco e lui che si fa il Ciuffo Rambo. Quel che è peggio è che la sottrazione della amata compagna lo ha mandato fuori di testa. Strilla e strepita, strazianti "urla" notturne. Il Rione Degasperi segue, in stato di veglia perpetua, la tragedia dell'amore negato. Per non farsi prendere il Ciuffo se ne sta in cima ai tetti. Di preferenza sta ritto in cima ad un camino. E strepita alla luna. Si temeva di dovergli sparare una siringata di cloroformio ma c'era il rischio era che precipitasse dal camino e ci lasciasse le penne. E, sai allora, la sollevazione popolare. Ma, per fortuna, ecco la svolta tanto attesa.
Anche il Ciuffo capitola e finisce nella rete dei Forestali. E', dopo tanto penare, il lieto fine. Il mitico Ciuffo Pavone ora se la gode con la sua amata Pavona nel bel chiostro del convento delle Grazie. I frati francescani dormiranno poco ma S. Francesco sarà contento di loro e il Ciuffo Pavone e la sua innamorata continueranno a riempire le notti del loro strepitoso e lancinante amore.