Aumentano gli studenti con disturbi specifici di apprendimento: in sette anni dal 2.6% al 4.9%
In molti casi mancano educatori e insegnanti di sostegno per minori con bisogni educativi speciali. La Provincia: si incontrano le stesse problematiche del reclutamento degli altri docenti
ALTO GARDA. Raccolto l'appello di più famiglie altogardesane i cui figli, aventi bisogni educativi speciali, hanno trascorso le prime giornate scolastiche senza il supporto di docenti di sostegno ed educatori, abbiamo cercato di comprendere la situazione territoriale in un lungo confronto con gli uffici provinciali preposti.
Dall'anno scolastico 2014/2015 al periodo 2016/2017 l'Alto Garda e Ledro ha raddoppiato il numero di studenti «bes», ovvero coloro che necessitano di un'attenzione speciale poiché in condizioni di disabilità fisica, psichica o sensoriale, di disturbi specifici di apprendimento (i «Dsa», cioè dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) o in svantaggio socioeconomico.
In Trentino, i dati mostrano un aumento progressivo delle certificazioni di disabilità ai fini dell'inclusione scolastica: quest'anno sono 2.217 gli studenti certificati dalla legge 104/92, mentre 2.993 gli alunni con «dsa» certificati dalla legge 170/2010.
La Provincia raccoglie anche i dati facenti capo alle Comunità di Valle, suddivisi tra certificazioni di disabilità e certificazioni «dsa».
Nell'anno scolastico 2014/2015 l'Alto Garda e Ledro, che presenta 23 strutture del primo ciclo d'istruzione e 13 del secondo, registrava 230 alunni con disabilità (uditiva, psicofisica, visiva) e 170 con dsa su 6.539 iscritti; dal 2015/2016 le disabilità si sono assestate a 241 mentre le certificazioni da dsa sono diventate 197 su 6.538 iscritti, aumentando a 267 nel 2016/2017 su 6.620 iscritti, a 299 su 6.632 iscritti nel 2017/2018 e a 332 su 6.736 iscritti nel 2018/2019.
In sette anni scolastici, il comprensorio è passato dall'avere il 2.6% degli studenti certificati dsa al 4.9% nel 2018/2019 (media provinciale 5.1%). Questi andamenti, come conferma l'Ufficio per le politiche di inclusione del Servizio Istruzione della Provincia, devono essere relativizzati: non si evidenziano situazioni diverse tra città e aree extra urbane che non siano piuttosto legate ai numeri di residenti e alla disponibilità di servizi.
La mancanza di educatori e insegnanti di sostegno, sollevata da molti genitori a fronte della legge 104 - promotrice della piena integrazione - non è dovuta a un particolare numero di studenti con bisogni educativi speciali, bensì al gap lavorativo in Italia.
«Mio figlio, in terza elementare, ha incontrato la maestra di sostegno e l'educatrice al decimo giorno di scuola - ci racconta una mamma di Riva - purtroppo, non sono le stesse dello scorso anno e questo spezza la continuità attitudinale e di apprendimento. Abbiamo retto la tensione e l'angoscia grazie allo straordinario lavoro delle maestre di ruolo e alle competenze di chi ha appena iniziato a seguire mio figlio, ma altri bambini possono non essere altrettanto fortunati. Sarebbe un grande aiuto garantire la continuità negli anni a venire, si tratta però di una scelta politica».
«Le questioni amministrative tra gli enti accreditati per i servizi di inclusione scolastica e le scuole stesse sono svolte contemperando le normative in materia con estrema cura - spiega l'Ufficio per le politiche di inclusione - di fatto le problematiche riferite al reclutamento dei docenti specializzati sul sostegno sono le medesime dei docenti curricolari. Esiste la libera scelta e una mobilità di diritto. Non a caso le risorse sono indirizzate all'intero corpo docente e mettono in atto progettualità specifiche, parallelamente agli incentivi finanziari per l'attività educativa e assistenziale e la facilitazione della comunicazione. Lo studente con dsa ha una diversa modalità di apprendimento per la quale la scuola adotta determinate misure compensative e dispensative. La continuità è infatti frutto di una scuola in grado di lavorare costantemente sull'inclusione, non dei singoli insegnanti di sostegno. Accade che quest'ultimi siano diversi negli anni, ma il cambiamento può rappresentare degli stimoli alla crescita».
A discapito di alcune voci, non vi è all'orizzonte alcun ridimensionamento del servizio di neuropsichiatria dell'Alto Garda: la mobilità dell'attuale terapista della riabilitazione psichiatrica, essenziale nella stesura del piano educativo individualizzato, è dovuta a esigenze personali dello specialista che sarà prontamente sostituito.