Dopo l’attesa in Pronto soccorso si rivolge alla sanità privata, la replica di Apss: “Rispettate le priorità”
L’azienda sanitaria commenta l’esperienza vissuta da un collega rivano: “Il paziente è stato preso in carico nei tempi corretti rispetto alle sue esigenze cliniche e che, stando alla documentazione dell’Unità operativa, risulta egli avesse un codice di urgenza minore”
IL CASO Va all'Eremo dopo la lunga attesa
ARCO. In riferimento al nostro articolo di lunedì 18 settembre dedicato al pronto soccorso di Arco, in cui si descrive un’esperienza vissuta nel reparto venerdì scorso, l’Azienda sanitaria provinciale intende fare alcune precisazioni su tempi, modalità di accesso, priorità e organici a disposizione della struttura. «Riguardo i tempi di attesa all’interno del pronto soccorso - si legge nella nota inviata a l’Adige - si precisa che il paziente è stato preso in carico nei tempi corretti rispetto alle sue esigenze cliniche e che, stando alla documentazione dell’Unità operativa, risulta egli avesse un codice di urgenza minore, che in base ai criteri di priorità prevede la necessità di concedere la precedenza ai casi più critici. Si evidenzia inoltre che, nell’arco di tempo della permanenza dell’interessato sono giunti ulteriori sedici pazienti, di cui undici con codice di priorità maggiore e che nel complesso il totale dei pazienti, gestiti dai due medici in servizio nelle tre ore è stato di 26 pazienti.
Risulta infine che circa dieci minuti dopo l’accettazione, il paziente è stato sottoposto al primo esame. Si sottolinea inoltre come il paziente riferisce di essersi presentato al pronto soccorso con la richiesta di un preciso esame diagnostico del medico di medicina generale (un’ecografia).
A questo riguardo si evidenzia che all’interno del pronto soccorso la scelta di quali esami diagnostici effettuare è prerogativa del medico in servizio, che stabilisce gli approfondimenti clinico diagnostici necessari all'inquadramento del caso. Spiace che il paziente abbia vissuto negativamente questa esperienza ma anche il mese di settembre per l’Alto garda rientra nel periodo di alta stagione turistica, con un conseguente aumento degli accessi alle strutture ospedaliere».