Dissuasori stradali, nervi tesi ad Arco: chieste le dimissioni dell’assessore Gabriele Andreasi
Entro fine mese l’assemblea pubblica su Pums e rallentatori di velocità. Andreasi: «Resto finché ho la fiducia del sindaco Alessandro Betta». E via Capitelli? «Dovrebbe passare al Comune»
LA PROTESTA Dissuasori stradali, ad Arco si pensa al referendum
IL CASO Inarrestabili le proteste sui pinch point: il primo incidente
LA POLEMICA Guerra ai nuovi pinch point con una raccolta di firme
IL CASO Solo sei "pinch point", stop agli altri otto previsti
ARCO. Prosegue il dibattito sui «pinch point» posizionati dall'amministrazione comunale in via Capitelli e nel romarzollese. Nell'ultima puntata della polemica sui dissuasori che si trascina da settimane, i consiglieri di minoranza Stefano Bresciani e Oscar Pallaoro hanno chiesto le dimissioni dell'assessore Gabriele Andreasi.
Motivo? Secondo le verifiche fatte dagli esponenti dell'opposizione, l'amministrazione comunale avrebbe posizionato i dissuasori su una strada provinciale senza aver chiesto l'autorizzazione al Servizio strade della Provincia. Non solo, secondo Bresciani e Pallaoro mancherebbe anche l'ordinanza, il che renderebbe i «pinch point» abusivi e illegittimi.
Andreasi replica alla richiesta delle minoranze smentendo l'ipotesi di dimissioni: «È molto semplice in realtà il mio ragionamento. Io sto svolgendo un mandato su incarico del sindaco e, in subordine, della maggioranza consiliare. Finché ho la loro fiducia vedo poco senso nelle dimissioni. Il giorno in cui ciò cambierà allora ci penserò» spiega l'assessore, che annuncia l'imminente organizzazione dell'assemblea pubblica per la fine di febbraio.
«L'assemblea pubblica - conferma Andreasi - sarà a fine mese. Dobbiamo vedere se la sala è libera e poi manderemo convocazione». Per quanto concerne la mancanza delle autorizzazioni, l'assessore spiega che «dovrebbe esserci una richiesta alla Provincia di passaggio di gestione di via Capitelli al Comune e dovrebbero essere in attesa di una risposta positiva. È una cosa di cui si parla da anni con la Pat ed è frutto di un portato storico del passato, quando non c'era ancora la circonvallazione. Ora che c'è la tangenziale, con la Provincia si è sempre ragionato in tal senso, infatti anche in passato ha sempre autorizzato bene o male tutto quello che il Comune voleva, proprio perché l'ottica era quella di declassarla a strada comunale. Il medesimo discorso vale anche per via santa Caterina, la zona dei giardini centrali, via della Cinta e via Santoni».
Nel frattempo i due consiglieri di minoranza Bresciani e Pallaoro hanno depositato ieri due interrogazioni, sempre sul tema viabilità. Quella dell'ex vicesindaco e consigliere del Patt, chiede di far luce sul posizionamento degli striscioni relativi alla campagna mediatica del «Pums». «Recentemente ad Arco, nelle sue frazioni e lungo la viabilità provinciale sono stati collocati numerosi manifesti plastificati per sensibilizzare gli automobilisti ad usare meno l'autovettura ed a moderare la velocità secondo i limiti previsti. Si interroga la giunta e l'assessore competente per conoscere i dettagli di tale Iniziativa e se siano regolarmente stati segnalati al competente Ufficio affissioni».
Bresciani chiede inoltre alla giunta, oltre ai costi, «se siano state acquisite le autorizzazioni dei proprietari ove collocati su recinzioni di proprietà privata e autorizzazione dal Servizio Strade della Provincia Autonoma di Trento ove collocati nei pressi di rotatorie». Quella di Pallaoro è invece incentrata sulla realizzazione delle ciclabili. «La presenza di piste ciclabili disegnate direttamente sul mano stradale in molte vie del Comune solleva ulteriori interrogativi sulla conformità di interventi al codice della strada» spiega l'esponente della Lega.
«Diverse segnalazioni da parte dei cittadini riguardo la sicurezza di queste piste ciclabili suggeriscono la necessità di una revisione e un adeguamento alle normative vigenti». Pallaoro chiede dunque a sindaco e assessore se «le "piste ciclabili" disegnate sono contemplate dal codice della strada» e se, prima di disegnarle, «è stata fatta richiesta di un parere alla Polizia locale».