Abitare nell'Alto Garda? È quasi impossibile, se non sei turista
Affitti inarrivabili o appartamenti non disponibili, ecco la dura analisi della consigliera comunale di Arco Arianna Fiorio: «Ci sono 50 mila residenti nella Comunità di valle a fronte di quasi quattro milioni di presenze. Il sovraffollamento con l'erosione delle locazioni ordinarie ha conseguenze sulla qualità di vita e sul tessuto sociale»
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ARCO. Il tema dell'emergenza abitativa e della mancanza di alloggi è in cima all'agenza politica delle amministrazioni comunali locali, che tentano, con i limitati strumenti a disposizione - anche con l'aiuto della Provincia Autonoma dei Trento e della Comunità Alto Garda e Ledro - di trovare una soluzione a questa problematica tutt'altro che semplice da risolvere.
Secondo la consigliera comunale arcense della «Civica Olivaia» Arianna Fiorio, avvocato e membro della Commissione emergenza abitativa del Comune di Arco, per affrontare di petto la questione servono «azione concrete» fronteggiando, in primo luogo, il sovraffollamento turistico.
«Il legame causa-effetto tra l'aumento costante dei flussi turistici per periodi dell'anno sempre più lunghi e il crescente problema abitativo è evidente» sostiene Fiorio.
«Tra l'altro aggravato dal flusso di lavoratori richiamati dal comparto turistico (anche loro necessitano di casa). I numeri parlano chiaro: circa 50.000 residenti nella Comunità di Valle Alto Garda e Ledro a fronte di quasi 4.000.000 di presenze - settore alberghiero ed extra alberghiero - e circa. 1.700.000 nel settore degli affitti turistici, senza dimenticare il turista giornaliero. Il sovraffollamento - spiega Fiorio - sta avendo conseguenze non solo sulla capacità di resilienza del nostro territorio, sulla qualità di vita di noi residenti, ma anche sul tessuto sociale a causa della costante erosione delle locazioni ordinarie a favore di quelle turistiche».
Secondo l'esponente delle minoranze di Arco, i numeri in costante crescita «invogliano sempre più privati a raccoglierne i benefici economici e così fioccano gli sfratti per finita locazione. È importante avere il coraggio di dire senza tentennamenti che l'equilibro è saltato, la monocultura del turismo porta all'espulsione dei residenti, parole come turismo di qualità risultano vuote a fronte di questi numeri impressionanti» osserva. Necessario, dunque, che a livello locale e provinciale si torni a parlare di «interesse generale».
«Un primo interesse generale - osserva - è quello di vivere in una comunità che consenta di soddisfare in termini ragionevoli i bisogni primari qual è l'abitazione, sia in termini di locazione ordinarie che di prezzi d'acquisto congrui. Arco e Riva del Garda sono comuni ad alta densità abitativa. L'attuale pressione non è imputabile solo agli affitti turistici, c'è una carenza cronica di alloggi pubblici con l'Itea che non riesce a soddisfare le richieste di chi avrebbe diritto (oltre 400 in lista di attesa solo nella nostra Comunità di Valle), vi sono inoltre numerosissimi appartamenti chiusi, solo ad Arco sono 618 quelli privi di utenze».
Fiorio accusa la politica a vari livello di «non fare nulla» e anzi di celebrare le «iniziative di promozione turistica del nostro territorio dimostrando di essere sconnessa dai bisogni dei residenti».
Secondo la consigliera, una comunità sana «protegge il suo patrimonio edilizio dalle mire speculative esterne e interne e non trasforma il suo territorio in un parco giochi. Se accettiamo ingenuamente che pezzi crescenti delle nostre città perdano la loro vocazione naturale all'uso residenziale a favore di attività ricettizie private diffuse - spiega - stiamo di fatto contribuendo a trasformare pezzi di città in impresa turistica».
Questo contribuirà a «drogare ulteriormente il mercato immobiliare e delle locazioni» con prezzi che «saliranno ancora e sempre meno persone potranno permettersi un'abitazione adeguata» oltre a «richiamare manodopera a basso salario per soddisfare le necessità del comparto turistico, bisognosi anch'essi di luoghi dove abitare». Come spiega Fiorio, «il pensiero comune non può esaurirsi: la proprietà è mia e ho diritto di fare ciò che voglio. La realtà è molto più complessa».