Religione / Conventi

Addio ai frati francescani, dopo 500 anni, domenica l’ultima messa al santuario delle Grazie

Sconforto e delusione fra i fedeli, che hanno raccolto anche 6300 firme: «Si poteva almeno aspettare il Giubileo del 2025»

di Graziano Riccadonna

ARCO. Quale futuro per il santuario delle Grazie di Arco, dell'ordine dei Francescani? L'interrogativo, allarmato e allarmante, rimbalza tra i numerosi fedeli del santuario, avvicinandosi l'ora del redde rationem: il ritiro dei frati minori dal santuario prima della fine di giugno dopo oltre 500 anni di permanenza e di storia nella religiosità locale. È stata fissata la data del ritiro definitivo, domenica 23 giugno prossimo.

Il periodo finale sta trascorrendo male per la popolazione, che si sente tradita nelle sue aspettative, pur avendo raccolto 6.300 firme di concittadini contrari all'allontanamento dei frati francescani. Forte la richiesta centrale all'arcivescovo, ai superiori francescani, di proseguire nel tempo, almeno sino al Giubileo del 2025, il ruolo. In modo surrettizio verrebbero a gestire provvisoriamente la Grazie i padri Concezionisti, presenti come comunità in Arco.

La richiesta è partita dai fedeli che anche in questi giorni pre-estivi del santuario affollano il convento di Arco, fondato nel XVI secolo: ed è stata indirizzata direttamente al pontefice, papa Francesco. «Ci sentiamo traditi, nessuno ci ha ascoltati», dicono delusi i rappresentanti del comitato.Quanto ai sei frati tuttora presenti alle Grazie, quattro dei quali trentini, sarebbero già stati destinati altrove in conventi trentini e veneti e i più anziani all'infermeria di Trento.

In chiesa, nel convento francescano prevale lo sconcerto, la popolazione locale esprime il netto dissenso con quanto deliberato a livello di Provincia francescana: «Siamo sconvolti dalla decisione presa a livello dirigenziale, senza tener conto alcuno della religiosità popolare ma anche della tradizione. Ci sentiamo orfani a casa nostra, dopo l'annuncio del trasferimento...».

Ormai sono ridotte al lumicino le speranze di un ravvedimento rispetto alla decisione di chiudere.

Quanto alla salvezza del convento, la popolazione si è mossa immediatamente appresa la notizia della prossima partenza dei frati: addirittura Eleuterio Arcese, il grosso imprenditore arcense del settore trasporto, si era offerto di comprare lui il santuario purché rimanessero i frati: in subordine si era dichiarato disposto a versare la somma annuale di 100 mila euro, pur di far rimanere sul territorio il convento. Ma nulla da fare, anche questa generosa offerta è stata ignorata, con la logica conseguenza che è ormai giunto il momento di chiudere un'esperienza francescana ultrasecolare, di fede, preghiera, carità cristiane.

Accorata la preghiera dei fedeli a Santa Maria delle Grazie: «Santa Maria delle Grazie, intercedi affinché non venga mai meno la presenza dei frati figli di san Francesco in questo santuario, affinché la proprietà rimanga integra e ci siano in futuro sante e numerose vocazioni...».

I fedeli hanno anche scritto direttamente al pontefice Francesco a sostegno dei 6.300 firmatari di richiesta della continuità dei francescani: «Non si intravvedano ragioni tali da giustificare l'urgenza per l'allontanamento dei frati prima della fine del corrente anno - recita una parte della lettera - mentre sono evidenti le conseguenze negative che tale provvedimento comporterebbe, sia nei confronti dei numerosi fedeli che frequentano il santuario sia in chi, pur non avendo frequentazione coi sacramenti, ciò non di meno trova nei rapporti con i frati accoglienza, consiglio, aiuto...»

A tale proposito è stata presentata anche una proposta mediatoria: attendere, prima del trasferimento, il termine del Giubileo del prossimo 2025, In quanto quello delle Grazie è un santuario Giubilare. Ma per ora tutto tace e la data di chiusura è alle porte.

 

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