Garda / Pericolo

Come se non fosse successo niente: molti i turisti nel punto dove sono morti Hanna il figlio

Quel lembo di spiaggia accanto alla foce dei torrenti Albola e Varone, che esce per qualche metro verso il largo del lago, è frequentato soprattutto da turisti, stranieri o italiani che siano. I rivani sanno che quello non è dei posti più indicati. I cartelli di divieto di balneazione? Poco chiari

DRAMMA Trovate le salme del ragazzo di 19 anni e della mamma

RIVA DEL GARDA. In gergo tecnico si chiama «modello 45», ovvero un fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica senza indagati e senza ipotesi di reato. Praticamente un atto dovuto difronte a una tragedia come quella consumatasi a Punta Lido tra martedì 16 luglio e mercoledì, la morte di Hanna Shabratska e del figlio Oleksii Shabratskyi, 52 anni lei, 19 lui, annegati insieme nelle acque del lago ad una decina di metri dalla spiaggia affollata di turisti.

Il magistrato titolare del fascicolo, il dottor Fabrizio De Angelis, ha rilasciato il nullaosta per la restituzione delle salme (ora conservate in un'apposita cella al cimitero del Grez) al compagno di lei, Mauro Mariotti, e ai famigliari dei due che vivono in Ucraina e in Russia. La donna quasi sicuramente è morta a causa di un malore fulminante mentre il figlio è annegato ed è stato ritrovati dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco permanenti di Trento a una profondità di 18 metri. Hanna e Oleksii verranno cremati, molto probabilmente all'inizio di questa settimana, a Mantova, e poi le loro ceneri raggiungeranno rispettivamente San Pietroburgo (dove la donna riposerà nella tomba di famiglia accanto al padre) e Kiev per il figlio. Finora nessuno si è presentato dai carabinieri della stazione di Riva per dire se ha visto o sentito qualcosa in quei drammatici istanti che sono costati la vita a una madre e un figlio.

Quel lembo di spiaggia accanto alla foce dei torrenti Albola e Varone, che esce per qualche metro verso il largo del lago, è frequentato prevalentemente da turisti, stranieri o italiani che siano. I rivani sanno che quello non è dei posti più indicati. Negli ultimi giorni (ma le stesse scene si erano ripetute per ore anche durante le ricerche di mamma e figlio, mercoledì mattina e pomeriggio) centinaia di persone hanno fatto il bagno come nulla fosse. Tutto come se non fosse successo nulla.

Bambini e adulti che si lasciano "portare" dalla corrente della foce dei torrenti, che entrano ed escono dallo stesso punto in cui sono scesi in acqua Hanna e Oleksii, che ridono e scattano fotografie. Del resto i cartelli di divieto non abbondano e non sono nemmeno chiari. Sul "ponte dei lucchetti" sopra la foce, nella parte a nord, c'è solo un cartello di «divieto di pesca».

Provenendo dalla gelateria, in prossimità di Punta Lido e del ponte, c'è un cartello che però non fa della chiarezza la sua prerogativa migliore. Indica chiaramente la zona riservata alla balneazione ma rispetto alla situazione reale segnala come zona con divieto di balneazione una parte della spiaggia spostata più ad est e non segnala con chiarezza un divieto in corrispondenza della foce di Albola e Varone e della zona più "sporgente" in prossimità della quale Hanno e Oleksii hanno trovato la morte. E lo stesso cartello, con le stesse indicazioni lo si trova provenendo da nord, dal parco dell'Ora.

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