Sanità / La storia

Trec, l’Odissea del pensionato Mario: le peripezie di un 86enne per cambiare medico di base

L’uomo del Basso Sarca, suo figlio e la nuora hanno perso ore e giorni per accedere al servizio online: “Un tempo il servizio pubblico ti risolveva un problema in pochi minuti, ora è tutto diverso”

APSS Sondaggio su Trec+ inviato a un morto, la reazione dei figli

di Stefano Ischia

ALTO GARDA. Mario ha 86 anni, vive in un paese del Basso Sarca, vorrebbe cambiare medico. Il suo, da qualche giorno, non riceve più nell'ambulatorio del paese ma in quello vicino. Per lui, che cammina un po' a fatica, anche se di salute sta bene, spostarsi fino al paese vicino per una visita, un consulto, una ricetta è macchinoso: molto più comodo restare nel suo paese, dove dal medico ci può andare a piedi.

Non è un tipo che si lamenta, Mario: ha passato la guerra da bambino, si è nascosto in una galleria durante i bombardamenti, ha passato la fame e il collegio, si è poi rimboccato le maniche e ha reso florida l'impresa di famiglia; qualche anno fa ha perso la moglie e allora cucina, lava e stira... Se c'è un problema si trovano soluzioni, lui è così.

In questo caso, dunque, vuole prendere un altro medico che riceve nel suo paese: «Che ci vorrà? - pensa - in cinque minuti il gioco sarà fatto: basterà andare in municipio o al più all'Azienda sanitaria, all'ex Incompiuta di Riva, ora sede della Comunità di valle». È abituato all'efficienza degli uffici pubblici e all'umanità delle persone che ci lavorano. Non sapeva della farraginosa burocrazia telematica che ormai incombe ogni dove.

Va dunque all'Azienda sanitaria provinciale a Riva dove gli dicono che il medico che lui desidera ha già il numero massimo di pazienti. Mario chiede di essere messo in lista d'attesa, gli rispondono che non ci sono liste d'attesa ma che ogni giorno deve guardare sul sito dell'azienda sanitaria per verificare se si libera un posto dal dottore desiderato.

Danno a lui, pensionato di 86 anni, un indirizzo web, quello del sito dell'azienda sanitaria, quello generale però, apss.tn.it, non quello preciso della scelta del medico, come dire: «Vai a Milano» ma non ti danno la via e il numero del negozio dove dovresti andare. E qui entrano in gioco la nuora e un figlio che iniziano ad affiancare Mario in quella che sembra delinearsi come una delle epiche scalate dell'Everest, ormai tipiche burocrazie all'italiana, anzi alla trentina. Grazie alla nuora, trova la pagina giusta all'interno del sito dell'azienda sanitaria.

Mario, che per fortuna oltre all'auto che guida ancora egregiamente, ha anche un computer, ogni giorno controlla se il medico desiderato accetta nuovi pazienti. Il problema però è che quando si libererà un posto lui dovrebbe correre in azienda sanitaria a Riva e sperare che nessuno lo preceda. Altro guaio è che, maledette restrizioni governative e trentine, dopo il Covid non si può più andarci normalmente, bisogna prenotarsi e per prenotarsi allo sportello anagrafe dell'Azienda sanitaria di Riva c'è da aspettare anche nove giorni... Insomma, inizia a sospettare di non riuscire a cambiare il medico.

La nuora, che lavora in un municipio, sente la segretaria del medico desiderato che consiglia di fare l'accesso al Trec, il servizio online dell'Azienda sanitaria, così appena si libererà un posto, lui, zac!, inserirà la sua richiesta e otterrà l'agognato medico: «Sa - dice la segretaria - c'è gente che si alza alle 7 di mattina per farlo». Mario, restio alle pratiche digitali quando un tempo bastava andare a uno sportello e con un sorriso si faceva tutto, suo malgrado decide di provare ad accedere al Trec.

Intanto pensa ai tempi in cui nel suo paese per decenni c'era stato il medico di famiglia che veniva perfino in casa. La nuora, operando online, non riesce a farlo entrare in Trec: bisogna attivare la tessera sanitaria e quindi Mario dovrà recarsi in municipio. Il giorno seguente ci va con il figlio, gli attivano la tessera. Tornano a casa provano ad accedere a Trec ma non riescono. Telefonano a un'amica in un altro municipio e spiega che serve il QR code che viene rilasciato in Comune.

Ritornano, ottengono il QR code stampato e per email il codice per attivarlo. Rientrano a casa seguono passo passo le istruzioni ma sul più bello, alla fine, scansionato il QR e inserito il codice arrivato per email appare la scritta: «È stata rilevata la seguente problematica: la tua sessione è scaduta, accedi nuovamente». Eppure hanno fatto tutto nei tempi prescritti seguendo le istruzioni. Ci riprovano tredici volte. Invano.

Il figlio cerca sul sito dell'azienda c'è un numero verde: chiama, gli rispondono ma non sanno aiutare, dicono di telefonare all'anagrafe sanitaria. Al numero dell'anagrafe sanitaria, 26 minuti di musichetta sul vivavoce, al termine la centralinista, sconsolata, si scusa perché all'anagrafe non rispondono, dice di recarsi allo sportello dell'azienda a Riva; bisogna prenotare, però, e il primo posto libero sarà tra nove giorni.

Mario dunque si dovrà recare all'anagrafe sanitaria per tentare di attivare il Trec senza prenotazione... ma le prospettive non sono delle migliori: un amico intanto avvisa il pensionato che ha visto sul sito dell'Azienda sanitaria una nota che recita: «Criticità nel funzionamento del portale e dell'app TreC+. I tecnici sono al lavoro». La nota è del 3 novembre, 12 giorni fa. Il figlio scrive una email all'assistenza del sito dell'Azienda esponendo il caso. Ulisse e Mario potrebbero scambiarsi opinioni sulle rispettive peripezie.Alla fine, solo grazie alla cortesia di una funzionaria risolve il problema e Mario può finalmente aspettare un posto libero dal nuovo medico.
Ora inizierà una nuova sfida: a chi arriverà prima a prenotarsi un posto, non appena si libererà.

Morale della favola: anni fa si faceva tutto in poco tempo e qualcuno che desse risposte e risolvesse problemi lo si trovava sempre. Oggi con la tecnologia digitale tre persone, Mario, nuora e figlio, hanno perso ore e ore e solo dopo giorni sono riusciti entrare in Trec per vedere di ottenere un cambio di medico. È un caso-emblema della disumanizzazione del servizio pubblico: il trionfo dello smart, dove difficilmente qualcuno si prende cura della persona.

Se c'è un intoppo si è tagliati fuori. Mario ha trovato una funzionaria con il cuore e dopo giorni ha risolto in parte il suo problema. PS: Mario avrebbe voluto che si mettesse il suo nome e cognome nell'articolo e il suo reale paese di residenza ma sarebbe troppo semplice per l'Azienda sanitaria risolvere il caso del pensionato Mario e non quello di tutti i Mario e Maria del Trentino.

comments powered by Disqus