Cani uccisi, bimbo salvo per miracolo
Se l'è cavata solo la vecchia Maia, un tenerissima golden di 13 anni dal pelo fulvo, che anche stavolta, miracolosamente, è sfuggita al martirio. Eppure qualcuno voleva ucciderla, lei come le sue «amiche» Moon e Pepper, due border collie da campionato mondiale (letteralmente, visto che hanno fatto incetta di premi a concorsi internazionali). Loro, purtroppo, non ce l'hanno fatta: sono morte dopo lunghissimi minuti di atrocità indicibili, dopo aver vomitato l'anima prima di accasciarsi, prive di vita, sul prato che fino a un attimo prima era una sorta di salotto di casa
Se l'è cavata solo la vecchia Maia, un tenerissima golden di 13 anni dal pelo fulvo, che anche stavolta, miracolosamente, è sfuggita al martirio. Eppure qualcuno voleva ucciderla, lei come le sue «amiche» Moon e Pepper, due border collie da campionato mondiale (letteralmente, visto che hanno fatto incetta di premi a concorsi internazionali). Loro, purtroppo, non ce l'hanno fatta: sono morte dopo lunghissimi minuti di atrocità indicibili, dopo aver vomitato l'anima prima di accasciarsi, prive di vita, sul prato che fino a un attimo prima era una sorta di salotto di casa.
Qualcuno, definirlo vigliacco è assolutamente riduttivo, ha voluto trucidarle con dei bocconi di carne intrisi di un potentissimo mix di veleni assortiti. Un cocktail letale che per un puro caso non ha ammazzato un bambino di 3 anni, compagnetto di giochi delle cagnette.
La macabra scoperta l'ha fatta ieri a mezzogiorno Paolo Ciaghi, addestratore di cani che per lui sono parte integrante della famiglia. Un aspirante assassino, perché tale è visto come poteva finire l'incursione al civico 3 di via Longa a Ronzo Chienis, ieri mattina ha pensato bene di gettare dei pezzi di carne avvelenati nel giardino, recintato, sotto la casa della famiglia Ciaghi. «Non capisco, non riesco a rendermi conto di chi potrebbe aver voluto una cosa del genere. - si dispera Paolo Ciaghi , cinofilo dell'Agility, nel 2011 vicecampione del mondo Master, responsabile provinciale Agility e direttore tecnico del circolo cinofilo "La volpe rossa" di Mori - Non ho mai fatto del male a nessuno, non ho mai litigato con i vicini e nemmeno sul lavoro ho mai avuto problemi. Per me questi cani non sono solo lavoro ma una parte di me. Adesso sono preoccupato perché qui non si tratta di bocconi avvelenati sparsi nei boschi per uccidere le volpi, qui si è voluto colpire deliberatamente. Ma si rende conto questa gente di quante atrocità comporta una morte per veleno?».
Paolo non riesce a trattenere le lacrime. Piange, si sfoga, con la moglie abbraccia i miseri resti di Moon e Pepper, campionesse certo ma soprattutto amiche di casa. E compagne di giochi del figlioletto di 3 anni. «Mi vengono i brividi se ci penso. Mio figlio gioca sempre con loro. Sono qui, nel recinto, e il piccolo ci passa delle ore. Anche oggi doveva essere così ma poi ha insistito per andare a pesca. E così dopo aver cambiato l'acqua alle cagnette ho preso la piccola canna da pesca del bambino e sono partito per il lago. Non ci sono arrivato perché mi hanno telefonato per avvisarmi che i cani stavano male. Sono tornato a Ronzo e li ho trovati così, a terra, con il vomito intorno e la saliva ancora addosso. Atroce, assolutamente atroce. Se poi penso che con loro poteva esserci mio figlio di 3 anni...».
A casa Ciaghi è arrivato subito il sindaco Mirko Martinelli . «È assurdo, impensabile. Questi sono criminali, potenziali assassini. Ho chiesto ai carabinieri di analizzare tutto, a cominciare dai bocconi. Arriverà anche la scientifica perché questa storia non può finire qui, bisogna identificare i responsabili. Qui non si tratta di cacciatori che, gesto pure condannabile, gettano bocconi nel bosco. Qui poteva morire un bambino. È gravissimo. E pensare che è capitato nel mio paese mi fa stare male, davvero».
Maia, la golden miracolosamente salvata dal veterinario Pizzini («lo ringrazio - dice Ciaghi - perché è partito subito, io ho caricato in macchina Maia dopo averla fatta vomitare con acqua e sale e a metà strada l'ha presa in consegna e l'ha salvata, per la seconda volta»), ha lo sguardo triste. Il padrone le impedisce di avvicinarsi al giardino, di vedere le sue compagnette di giochi morte, preda delle mosche che la primavera ha «vomitato» in sfregio a quei saccottini di pelo bianconero che fino a qualche ora prima scondizolavano felici alla vita. Si guarda intorno, capisce che è successo qualcosa di grave ma non insiste, rimane al suo posto, con la sua zampetta anteriore incerottata per la puntura e quello sguardo triste. Ha capito, forse. Lei, almeno, è più umana e intelligente di criminali che per motivi ignoti hanno ammazzato due cagnette e, per un pelo, non hanno ucciso un bimbetto di 3 anni. Che ancora non sa di quanto è successo nel suo giardino sotto casa, nel tranquillo paese di Ronzo, capoluogo di un luogo salutista e rispettoso per antonomasia, la valle di Gresta.