Polizia locale Vallagarina, incertezze sul corpo unico
Dovrebbe partire il primo luglio la riorganizzazione della polizia locale in Trentino, con i nuovi corpi unici. In Vallagarina però i corpi non hanno ancora ricevuto alcuna notizia formale al riguardo e nascono perplessità sui tempi di attuazione
ROVERETO - A undici anni dalla prima idea dell'allora assessore Grisenti di riorganizzare la polizia locale del Trentino creando dei corpi unici che facessero capo ai diversi ambiti territoriali, il cosiddetto «progetto sicurezza» è vicino alla sua realizzazione. O meglio, questo è quel che prevede la legge finanziaria dello scorso anno, con la quale la Provincia ha fissato al primo luglio prossimo l'inizio dell'attività per i nuovi corpi unici di polizia locale.
La verità è che a quarantun giorni alla fatidica data, gli agenti in servizio nei corpi della Vallagarina (31 distribuiti nei corpi «periferici» e 56 in forze al comando di Rovereto e valli del Leno) ancora non sanno che ne sarà di loro tra poco più di un mese. Sono a conoscenza del lungo iter burocratico di riorganizzazione del servizio, sono consapevoli del fatto che potrebbero cambiare sede di lavoro e probabilmente anche mansioni, ma non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale e tanto meno rassicurazioni di alcun tipo. Men che meno i rispettivi comandanti dei corpi di Ala ed Avio, Mori Brentonico e Ronzo Chienis e dell'Alta Vallagarina: secondo le poche anticipazioni che trapelano sulla riorganizzazione i corpi spariranno per lasciar posto a dei presidi. Dunque il ruolo di chi fino ad oggi ha coordinato l'attività della polizia locale per i diversi corpi cambierà notevolmente.
Tutto questo nei prossimi quarantun giorni, ammesso che l'iter rispetti la scadenza. «Attualmente abbiamo concluso di lavori all'interno del Consiglio delle autonomie locali» spiega l'assessore competente Cristiano Trotter. «Le analisi e le verifiche che ci sono state proposte nei tavoli di lavoro di questi mesi sono state trasmesse all'assessorato provinciale perché le trasformi in una delibera che verrà portata sul tavolo della Giunta provinciale. A quel punto il documento tornerà all'attenzione del nostro consiglio per un parere». E se tutto filerà liscio approderà nei consiglio comunali di tutte le municipalità interessate per essere approvato. Siamo certi che i tempi, già procastinati dato che un primo termine era stato fissato il primo gennaio 2013, saranno rispettati? «In realtà cambia poco - mette le mani avanti Trotter - se non partirà il primo luglio prenderà il via il primo settembre», spiega.
Più vago l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi: «Non so dirle se verranno rispettati i tempi», risponde. «Al momento il progetto è in commissione e credo che molte delle osservazioni che ci sono arrivate dal Consiglio della autonomie locali possano andar bene».
Gilmozzi si sofferma in particolare sul contesto lagarino: «Mi sembra che il problema maggiore in questo caso sia legato alla mobilità di personale, ma abbiamo scelto una formula che mi pare possa risolvere anche questo. Nessuno infatti pretende che ci sia uno spostamento di personale da una comunità all'altra, sarebbe pesante soprattutto per il personale. Verrà bloccato il turn over e cercheremo di dare a ciascuno il corretto dimensionamento, significa che chi ha di più dovrà via via smagrirsi e dare a chi ha meno. Per noi è importante che l'obiettivo venga raggiunto nel medio termine».
E i comandanti, che ruolo avranno? «C'è chi potrà avere un servizio e chi solo un ufficio. Sarà molto flessibile la riorganizzazione, soprattutto per quanto concerne i comuni più piccoli con esigenze diverse. Ognuno avrà un suo coordinatore ma non tutti avranno il corpo».