Controlli in A22, salvi cuccioli neonati
Gli animali sono stati confiscati, e sono stati affidati al canile roveretano
Non è una storia alla Crudelia Demon, e non ci sono 101 piccoli dalmata da salvare. La vicenda che è approdata nei giorni scorsi in procura a Rovereto è più modesta, ma resta inquietante. Perché in mezzo ci sono quattro cuccioli di razze di cane pregiate, trasportati in modo dubbio. Ma soprattutto quattro cuccioli che non si capisce da dove arrivino né dove fossero diretti. Ora gli animali sono stati confiscati, e sono stati affidati al canile roveretano.
La vicenda risale a fine novembre. Nel corso di un normale controllo all'uscita dell'A22, a Rovereto nord, le forze dell'ordine hanno fermato un'auto. Ci si aspettava un controllo come tanti, patente e libretto, quattro chiacchiere e via. Invece qualcosa ha insospettito i militari, che all'uomo - 65 anni residente nel basso Trentino - hanno chiesto di aprire il bagagliaio. E lì, chiusi al buio chissà da quanto, sono stati trovati questi quattro cuccioli di cane. Ovviamente, tutte razze pregiate: due pincher, uno sharpei e uno yorkshire. Per animali di questo genere, si pagano cifre anche piuttosto consistenti. E ovviamente non c'è nulla che vieti a qualcuno di trasportare animali. Il problema è che ci sono leggi relative ai cani, soprattutto se cuccioli. E nel caso in questione, sembra che le norme siano state violate.
Tanto per cominciare gli animali erano chiusi nel baule, non avevano né microcippatura né vaccinazione, ma soprattutto non avevano documenti che dimostrassero da dove venivano e dove fossero diretti. A ciò si aggiunga che tre dei quattro cuccioli avevano meno di otto settimane. Per legge, quindi, sarebbero dovuti restare accanto alla madre ancora per un po'. A ciò si aggiunga il fatto che, a domanda precisa circa la provenienza degli animali, l'uomo avrebbe detto di averli presi all'estero. Un dettaglio che tuttavia non può trovare conferme, posto che non ci sono documenti o certificati a comprovarlo. La procura, quindi, si è limitata a contestare quel che riteneva provato, cioè il maltrattamento di animali. Il pm ha quindi nei giorni scorsi chiesto un decreto penale di condanna da cinquemila euro, nonché la confisca dei cuccioli: ora sarà il giudice per l'indagine preliminare a dover valutare il caso. E l'uomo potrà, eventualmente, impugnare tutto e spiegare la propria posizione a processo.