«Natale dei Popoli 2015» partenza con frande folla
È partito sabato sotto i migliori auspici il «Natale dei Popoli 2015», con una decima edizione più densa rispetto al passato che, oltre ai mercatini di via Roma e alla casa dell'artigianato locale, ospita pure bancarelle delle associazioni di volontariato e una piccola Expo con i prodotti enogastronomici della Vallagarina: dalla Vallarsa alla Valle di Gresta, dalle terre del Leno all'altipiano di Brentonico.
Quest'angolo promozionale, in particolare, è stato allestito dagli allievi della Scuola professionale per il terziario seguiti da Tommaso Biasion e Matteo Cimonetti.
Fin dal mattino, come prevedibile, la gente si è riversata in centro storico per animare la città del Natale e curiosare tra le casette e il polo del gusto nel giardino delle ex Chiesa. Il clou, però, è arrivato nel pomeriggio con il taglio del nastro in piazza delle Oche affidato al sindaco Francesco Valduga.
Altro taglio del nastro, poi, nell'atrio delle ex scuole Chiesa di via Tartarotti, con gli stand lanciati dall'Apt e tenuti a battesimo da Edoardo Raspelli a cui è toccato inaugurare l'area «Food&Wine». Al conduttore di «Melaverde» è toccato pure il ruolo di moderatore del convegno «Turismo e Territorio» e della tavola rotonda sulla «Didattica come strumento di promozione del territorio».
In apertura l'assessore provinciale al turismo Michele Dallapiccola ha voluto ricordare come il Trentino sia «un territorio d'incontro e di confronto, aperto alle contaminazioni, i cui segni si leggono ancora oggi nell'architettura e nell'italian style che così bene ci contraddistingue all'estero come la patria del vivere (e del mangiare) bene.
Noi abbiamo un prodotto per ognuno dei cinque sensi. È a questo che dobbiamo puntare».
L'angolo dei prodotti lagarini, all'esordio assoluto al Natale roveretano, è stato benedetto anche da Geremia Gios, ordinario di economia agraria e direttore del dipartimento di economia e management dell'Università di Trento: «In un'epoca di globalizzazione è importante valorizzare le risorse meno mobili di cui disponiamo, prima tra tutte il territorio. Il paesaggio è risultato di una combinazione tra le componenti agricola, economica, industriale. Tutelarlo è un dovere ed assicura un vantaggio competitivo in un epoca di grande mobilità ed economie di scala».