Dopo mezzo secolo di spesa addio all'Orvea di corso Rosmini
Ha cambiato il modo di fare la spesa, ha plasmato generazioni di massaie che col tempo sono andate a braccetto con uomini di casa e poi con giovani che di essere bamboccioni non ne avevano più voglia. Ma soprattutto è stato il primo supermercato di Rovereto, un negozio dove, incredibilmente, si trovava tutto: dal pane alla frutta, dalla carne alla verdura, dal latte ai dolci, dai detersivi ai profumi.
Sembrava un mondo nuovo, ultramoderno, lontano anni luce dalla bottega sotto casa, dal pizzicagnolo al verduraio. Si era finalmente aperto l'uscio del «domani», degli acquisti «facili» senza scarpinate in giro per la città alla ricerca degli «ingredienti».
Erano gli anni Sessanta, il 1965 per la precisione, e l'Orvea portava in centro città, sul viale dello struscio (corso Rosmini) un sistema di fare la spesa come non era mai stato concepito. Un'epoca si chiudeva e un'altra si stava aprendo. Ma quel simbolo del boom economico ieri è finito in archivio. È durato mezzo secolo, una vita, e adesso ha chiuso per sempre, schiacciato da altro consumismo. Perché se dal mercato si è passati al supemarket, adesso tocca agli «iper». Il marchio, per carità, è il medesimo, Orvea, ma lo spazio è siderale a confronto di prima e, soprattutto, è lontano dal centro storico. Segno dei tempi anche in questo caso ma se gli addii, ieri sul corso, erano mesti i saluti di benvenuto, venerdì prossimo all'inaugurazione in via del Lavoro, saranno ben più fastosi.
Da sabato scorso, però, il primo supermercato della Vallagarina, sul corso principale della valle come si conviene, è in «pensione». E ci è andato portandosi appresso un pezzo di storia significativo nella spesa dei cittadini del capoluogo lagarino. È stato infatti il primo grosso negozio di alimentari ad apparire a Sud dei Murazzi (il secondo in Trentino, per gli amanti delle statistiche) e, soprattutto, portava con sé un modo del tutto nuovo di approcciarsi agli alimenti. Fino al 17 settembre 1965, giorno dell'inaugurazione, le massaie saltellavano da una bottega all'altra per raccattare pane piuttosto che carne, uova piuttosto che pasta.
Visti con gli occhi di oggi, erano davvero altri tempi, quando si macinavano chilometri incrociando sguardi e chiacchiere, quando si faceva la fila dal lattaio socializzando con i «colleghi» di «sporta» e poi di corsa a casa per preparare il pranzo.
Era decisamente un'altra esperienza umana e sociale negli acquisti quotidiani, anche se decisamente più dispendiosa da un punto di vista temporale. Poi è arrivato l'Orvea, prima catena privata di grande distribuzione, che ha piazzato nel cuore dell'urbe il primo supermercato. Quel giorno ha segnato il passaggio di un'epoca, ha cambiato radicalmente le abitudini delle casalinghe e, altro indizio della società in mutazione, ha attirato anche qualche maschietto che per la prima volta sfidava una legge non scritta: la spesa la fanno le donne.
Il supermarket, come si chiamava e come per cinquant'anni ha annunciato la vecchia insegna al civico 70, ha lasciato tutti di stucco. La merce - dal cibo ai prodotti per la casa - era esposta su scaffali, a portata di mano e self service.
«La novità era che c'era di tutto. - ricordano le giovani massaie di allora - Si entrava in un solo negozio e si comperava quello che serviva senza spostarsi da un angolo all'altro della città. Era tutto lì, su quegli scaffali da cui ognuno poteva prendere quello che voleva, non occorreva chiedere. Per fare la spesa ci si impiegava meno della metà e quel giorno di settembre di cinquant'anni fa noi donne roveretane abbiamo scoperto che potevamo avere del tempo libero e magari concederci un caffè al bar prima di tornare a casa».
Insomma, quella mattina di fine estate di metà anni Sessanta la società lagarina ha cambiato rotta e le usanze e i ritmi della gente si incanalavano sulla via del progresso. E per mezzo secolo il punto vendita coi grandi scaffali e i grandi spazi su corso Rosmini è stato un punto fermo per la spesa.
Da sabato sera, però, il primo supermercato roveretano della storia ha smesso definitivamente di animarsi con il chiacchiericcio delle famiglie e gli scambi di consigli sui prodotti scontati dentro e fuori il grande negozio. Se ne va un pezzo di vita cittadina e le donne che hanno vissuto con ansia e curiosità la serranda che si alzava sul mercato coperto il 17 settembre 1965 adesso si sentono spaesate: «Mancherà, certo! Purtroppo così va il mondo».