Industrie, sul Rio Coste altro sversamento sospetto
Ennesimo caso di sversamento «anomalo» ieri nel rio Coste, la roggia che attraversa il quartiere di Lizzana e la zona industriale di Rovereto e sfocia nell’Adige al limite meridionale dell’area del Navicello. Ieri mattina una coltre di schiuma bianca ricopriva interamente la superficie del corso d’acqua, che in teoria dovrebbe raccogliere esclusivamente le acque meteoriche e l’acqua utilizzata dagli impianti di raffreddamento dei compendi industriali. Il rio Coste è da sempre un «punto sensibile» dal punto di vista ambientale, periodicamente al centro di allarmi e segnalazioni.
Tra i casi più gravi, quello del giugno scorso, quando quattro operai di una azienda a ridosso della roggia accusarono malori per essere entrati in contatto con i vapori sprigionati dall’acqua. L’esposizione dei dati richiesta dall’amministrazione comunale all’agenzia provinciale non ha ottenuto finora risposta.
«Siamo stati subito informati della situazione - spiega l’assessore comunale all’Ambiente Carlo Plotegher - e abbiamo già richiesto un intervento dell’Appa, come facciamo puntualmente in questi casi. L’episodio conferma la scelta fatta dall’amministrazione, di investire (quasi 400mila euro, ndr) per un dragaggio del Rio Coste e per dotare il Museo Civico di strumentazioni (investiti qui 350mila euro, ndr) per il monitoraggio ambientale. Il dragaggio ci permetterà di ricostruire “lo storico” della roggia, capire chi in questi anni ha sversato e soprattutto cosa. La strumentazioni di rilevamento ci permetterà invece un monitoraggio continuativo e puntuale del corso d’acqua, con la possibilità di interventi tempestivi».
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