«Una vita piena di progetti terminata troppo presto»
Chiesa e cimitero di Isera troppo piccoli per accogliere tutte le persone che si sono strette attorno alla famiglia per l'ultimo saluto a Marco Ferrari, morto a 45 anni in un incidente in A22
Marco Ferrari aveva una vita molto ricca: riempiva ogni sua giornata di impegni, di passioni e, soprattutto, di persone. Per questo ieri pomeriggio, nel giorno del suo funerale, la chiesa di S. Vincenzo era così piena. Una grande folla riunita a Isera per l'ultimo abbraccio a un uomo che ha saputo dare molto alla sua famiglia e alla comunità, nelle molteplici vesti di papà, marito, amico, lavoratore, consigliere comunale e sportivo.
«Siamo tutti sconvolti. - ha esordito dall'altare il parroco don Diego Mengarda - Le parole non possono esprimere quello che proviamo in questo momento per una vita spezzata così improvvisamente», ha aggiunto, rivolgendosi alla moglie Gigliola, ai figli Anna e Davide e ai genitori di Marco, Lucia e Cesare. La notizia della scomparsa del quarantacinquenne è piombata sul paese come una scure. Mercoledì notte Marco Ferrari ha tamponato un camion mentre, attorno alle 23, tornava dalla sua prima trasferta di pallavolo con l'Us Isera. Aveva scelto di imboccare l'autostrada ma, probabilmente per un colpo di sonno, la sua Skoda si è infilata sotto il mezzo pesante, in uno scontro che lo ha ucciso sul colpo.
Il lutto ha colpito il mondo dello sport, quello della politica, l'azienda altoatesina per la quale lavorava, la Holzbau, ma più in generale tutta la comunità di Isera, della quale egli era una colonna. «La sua vita era piena di progetti, metteva entusiasmo in ogni piccola cosa e riusciva a trovare il tempo e le energie anche per il bene del paese», ha detto il parroco, definendolo una «splendida testimonianza di giovane serio e impegnato». Dopo l'omelia, la famiglia della vittima ha affidato a don Diego una lettera da leggere ai presenti. «Era un papà affettuoso. Siccome lavorava a Bressanone e a volte tornava tardi a casa, faceva dormire i suoi piccoli nel lettone. Gli ha trasmesso la passione per lo sport e con Gigliola aveva fatto tanti progetti, che sfortunatamente ora non potranno più realizzare».
La sindaca Enrica Rigotti ha voluto ricordare Marco nel suo ruolo di consigliere comunale, membro della commissione edilizia, particolarmente attento a rendere Isera un paese a misura di bambino. Anche i piccoli compagni di classe dei figli hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla famiglia Ferrari. «Perdere il papà è una cosa terribile. Quando l'abbiamo saputo giovedì mattina, in classe, siamo diventati tutti tristi. Fatevi forza, Anna e Davide, perché lui vi guarderà da lassù».
Con il suo carattere affabile e il suo sorriso sincero, Marco Ferrari era circondato da molte amicizie, come quelle cresciute tra i banchi di scuola, nella classe dei Geometri. I suoi coetanei hanno voluto dargli un ultimo saluto, così come ha fatto il professor Fiorenzo Ceccato, suo insegnante durante i cinque anni di superiori. «La sua morte mi ha lasciato smarrito. In classe era un leader positivo. In questi giorni sono andato a cercare le foto di quegli anni: lui è ritratto sempre sorridente, con i capelli arruffati e gli occhi azzurrissimi».
Al termine della cerimonia, un lungo corteo ha accompagnato Marco Ferrari al cimitero, in un simbolico abbraccio a una persona che, in tutti gli ambiti della sua vita, ha saputo lasciare il segno.