Filmini porno con bambini Arrestato operaio trentenne
Forse si sentiva protetto dalla rete, quella di Internet. Però, come per i controlli sulle strade da parte delle forze dell’ordine, anche il mondo virtuale è continuamente monitorato dalla polizia postale. Ed è stata proprio questa sezione specializzata della questura a imbattersi e scoprire un giovane roveretano che aveva scaricato sul computer di casa una quantità notevole di immagini e filmati pedopornografici. Materiale a sfondo sessuale, quindi, con vittime ragazzini, minorenni e dunque opportunamente tutelati dalla legge.
La polizia ci ha messo poco a risalire al trentenne, operaio incensurato, e a presentarsi all’uscio con tanto di mandati di perquisizione e di arresto. A chiedere l’incarcerazione, infatti, è stato il sostituto procuratore Valerio Davico e il giovane è stato così accompagnato nella casa circondariale di Spini. La contestazione, tra l’altro, non si limita alla sola detenzione - reato contemplato dall’articolo 600 quater - ma anche alla diffusione, un’aggravante. E questo perché il materiale raccapricciante (si parla di foto e video a sfondo sessuale con bambini di 7 anni) è stato scaricato con «eMule» e dunque su una cartella condivisa con altre persone.
All’interrogatorio di garanzia, l’indagato si è difeso sostenendo di non conoscere la provenienza di quelle immagini ma il fascicolo a suo carico è talmente corposo da aver convinto il magistrato a confermare la custodia cautelare in carcere.
L’accusa a suo carico, come detto, è di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e ora rischia una condanna fino a tre anni di reclusione.
Insomma, per l’operaio trentenne - che mai prima d’ora aveva avuto guai con la giustizia - stavolta si mette male. Certo, avendo la fedina penale intonsa potrà patteggiare al termine delle indagini e tornarsene alla sua vita di sempre ma finire in carcere con un carico come quello di maneggiare roba porno che coinvolge bambini è già di per sé una pena.
L’accusa, dunque, è pesante. E se al momento gli si contesta di aver salvato sul pc 18 files che fanno inorridire e i prossimi controlli sull’hard disc del computer potrebbero far emergere altro materiale.
Difficile, per la difesa, sostenere la casualità della presenza sulla memoria di quelle immagini. Perché le cartelle dove sono state salvate dopo la navigazione in Internet non sono state aperte per caso.
Insomma, la storia è brutta, specie per l’età dei protagonisti violati da chi quella roba l’ha prodotta prima di darla in pasto agli internauti di tutto il mondo. Il web, d’altro canto, rappresenta il canale privilegiato di diffusione di foto e filmini porno in cui la facile accessibilità del mezzo e la celerità di trasmissione da un capo all’altro dello spazio virtuale e globale consentono il proliferare ed il moltiplicarsi della detenzione.
L’indagine, comunque, è ancora in corso per accertare eventuali collegamenti con altri «collezionisti». Forse anche per questo, nonostante l’incensuratezza dell’indagato, il magistrato ha ordinato l’arresto che sarebbe facoltativo. O, piuttosto, a spingere sulla restrizione dietro le sbarre, ha pesato l’ingente quantità di video e foto con bambini ritratti in pratiche sessuali. E il mercato, non solo in Italia, sembra davvero ampio. Per bloccare questo scempio la polizia postale indaga giorno e notte. E stavolta ha fatto centro.