Contro il cyberbullismo nelle scuole della città
«Più del 10 per cento dei ragazzini di medie e superiori ne è vittima e tanti sono i responsabili, senza rendersene conto. Ecco perché il cyberbullismo è uno dei problemi più seri delle nostre scuole». L'allarme viene da Mauro Cristoforetti, formatore e responsabile EDI Onlus, un'associazione che si occupa di diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Ieri sera alla sede del Rotary Club di Rovereto ha presentato il progetto di cui è coordinatore scientifico e che per un anno coinvolgerà le scuole Cfp Veronesi, Itet Fontana, Don Milani e Itt Marconi di Rovereto (e forse Depero), per un totale di circa 150 studenti: il cyberbullismo è quel fenomeno per cui un ragazzo viene perseguitato utilizzando le reti di social network. Il progetto, portato avanti di concerto con il comune di Rovereto coinvolgerà intere classi terze con una serie di incontri, un concorso fotografico, gruppi di lavoro, presentazione finale e la partecipazione al Festival Educa. Tutto questo sotto la «regia» del Rotary di Rovereto che ne è il promotore.
«A differenza del bullismo tradizionale - precisa Cristoforetti - basta un solo episodio filmato e poi postato per rovinare la vita di un adolescente. Inoltre grazie al web si può spesso contare sul completo anonimato. Questi due fattori, uniti al fatto che il cyberbullismo può colpire sempre e dovunque, lo rendono un fenomeno che crea sofferenze molto grandi, spesso minimizzate. Con questo progetto si lavora in maniera preventiva, per far capire ai ragazzi le proprie responsabilità. Se io insulto una persona in maniera diretta vedo la sua reazione e così mi pongo dei limiti; con il cyberbullismo ci si confronta con un cellulare e quindi si tende ad andare avanti senza curarsi delle sofferenze altrui, e le conseguenze sono devastanti. Storie se ne raccolgono tante ma, per esempio, mi ricordo di una ragazzina delle medie di Rovereto che tempo fa era stata diffamata in rete da un amico che aveva postato delle immagini a sfondo sessuale, e ancora dopo anni viveva un profondo disagio per quanto le era accaduto: questi gesti hanno conseguenze a lungo termine ed è solo comprendendo cosa deve affrontare la vittima, che si può fare qualcosa».
«Capita poi - riprende Cristoforetti - che questo sia un problema sottostimato e che dei ragazzini mi dicano: "Mamma e papà mi hanno sgridato perché perché non me la so cavare"; oppure altri studenti che non riescono a spiegare ai genitori cosa stia accadendo, perché questi ultimi non hanno la più pallida idea di come funzionano i social network. Ecco perché è molto utile anche lavorare anche con gli adulti».
«Il cyberbullismo può colpire sempre e ovunque: ecco perché è più temibile del bullismo classico». Aggiunge Donatella Conzatti, segretaria del Rotary Club Rovereto che spiega: «È una piaga che crea situazioni di disagio spesso irrimediabili».