Spreco di cibo, il fitofarmaco che allunga la vita dei vegetali
Lo spreco alimentare e il risparmio energetico vanno a braccetto.
E soprattutto nascono a Rovereto. Merito di «Green Code», start-up incubata all'ex Manifattura Tabacchi che in soli cinque mesi di vita ha inventato un prodotto naturale in grado di conservare la frutta e la verdura.
Si chiama Demetra, come la dea greca dell'agricoltura, ed è un fitofarmaco che allunga la vita agli ortaggi e ai prodotti della Natura in genere salvando pure il frigorifero. Un'idea, quella della ditta trentina, che è valsa il premio dell'Onu nell'ambito del salone «Seed&Chips» contro lo spreco alimentare.
I quattro giovani ricercatori-imprenditori provengono dal settore delle biotecnologie e a Rovereto, dove una volta si fabbricavano sigarette, hanno trovato la sede giusta per salvare i prodotti in modo naturale. Come? Arrestandone la maturazione e garantendo frutti più vitaminici, più longevi e un taglio del 30% degli sprechi e del 50% delle emissioni per la conservazione.
Un successo annunciato visto che per Unido, l'organizzazione Onu per lo sviluppo industriale, «Demetra è uno dei prodotti più importanti dell'agribusiness per la lotta allo spreco alimentare a livello globale». Lunga vita all'ortofrutta, dunque, senza inquinare e nemmeno avvelenare cibi che ingeriamo quotidianamente. Partendo da un'eccellenza, almeno per quanto riguarda gli incassi, del Trentino da campagna: la mela.
Grazie a Demetra rimane più croccante, resiste ai funghi e ai microbi perché il fitofarmaco «bio» made in Rovereto ne arresta la maturazione. «Invece di applicare l'ingegneria genetica, con le biotecnologie è possibile intervenire a livello molecolare sfruttando quanto la natura ha già messo a disposizione in termini di estratti vegetali. - spiega Emiliano Gentilini , presidente di Green Code - Con Demetra si potrebbe ridurre dell'80-90% l'incidenza di marcescenze e lo spreco di frutta e verdura su tutti i livelli della filiera».
Come avviene il trattamento? «In post-raccolta per immersione o nebulizzazione in maniera rapida e gestibile». E, attenzione, oltre ad evitare tossicità ai consumatori e ai lavoratori è pure un salva-api. Questo fitofarmaco 4.0 è di fatto un salva-frigorifero? «In senso lato diciamo che sì, si può sostituire al frigorifero almeno nei Paesi in via di sviluppo.
Perché si diminuisce lo spreco energetico e si dimezzano le emissioni di inquinanti legate alla frigoconservazione. Faccio un esempio: se trattiamo l'ortofrutta conservata in Trentino Alto Adige in frigo si risparmierebbe energia che darebbe corrente gratis a 23.500 appartamenti».
Demetra è il primo prodotto uscito da Green Code? «Sì. L'obiettivo ora è crescere e dimostrare che un'altra strada è possibile».
E la produzione industriale? «Stiamo collaborando con una grossa azienda europea per avviare la commercializzazione di Demetra già dal prossimo raccolto».
Lo staff di Green Code, oltre ad Emiliano Gentilini , è composto da Francesco Guzzonato , Daniele Rossetto e Stefania Chiocchetti . Ai quali va il plauso per l'ambito premio. «È decisamente un bel successo, siamo molto orgogliosi».
Evviva la biotecnologia? «È una risorsa. E pensare che tutto è nato con la volontà di fondare un'associazione di divulgazione scientifica. Ma ci siamo resi conto che il modo più efficace di far capire alle persone cosa si può fare con la scienza è offrire prodotti concreti».
Come Demetra? «Già, un fitofarmaco per frutta e verdura naturale al 100% e suggerito dalla natura stessa».