Trovati sangue e siringhe tra i sedili dello scuolabus

di Barbara Goio

Che sulle corriere si possa trovare un po’ di tutto, dai fazzoletti di carta agli ombrelli dimenticati, è un fatto con cui gli autisti di Trentino Trasporti incaricati anche della pulizia dei loro mezzi, hanno imparato da tempo a fare i conti.

Che invece tra i sedili si possa trovare una busta di plastica con all’interno siringhe sporche di sangue e lacci emostatici, è invece un fatto estremamente preoccupante, che diventa ancora più allarmante se si considera il fatto che proprio su quei sedili, a stretto contatto con il sacchetto di nylon, ieri mattina hanno viaggiato tanti ragazzini di tutte le età che stavano andando a scuola a Rovereto. E l’ipotesi che un bambino un po’ curioso potesse andare a rovistare nella busta, rischiando così di essere punto, è tutt’altro che remota. In tal caso, vista la presenza di sangue potenziamente contaminato, le conseguenze avrebbero potuto essere devastanti.

Il fatto è accaduto sulla corriera di linea che l'altra mattina presto, come accade ogni giorno, porta gli studenti da Besenello a Rovereto. Sono studenti per la maggior parte delle scuole superiori che si sparpagliano sui sedili tra zaini e chiacchiere, e poi scendono quasi tutti insieme raggiunto il centro città.

È a quel punto che l’autista porta il mezzo al deposito della Trentino Trasporti in via Zeni, dove ha il tempo tecnico per dare una ripulita. «Alcuni sono davvero meticolosi - spiega un dipendente - e trattano la corriera come se fosse casa propria, altri invece fanno una pulizia un po’ più superficiale». Quando però l’autista ha visto quel sacchettino abbandonato e lo ha preso per gettarlo via, ha subito sentito che conteneva qualcosa di strano, e il trovare sangue, siringa e lacci emostatici, lo ha profondamente disgustato, e in qualche maniera anche spaventato per quello che avrebbe potuto succedere. A prima vista si trattava di tutto l’occorrente affinché un tossicodipendente potesse consumare la sua dose di droga via endovena.

Presumibilmente, l’abbandono del sacchetto risale all’altra sera, quando la stessa corriera aveva percorso il tratto Trento - Rovereto - Riva e ritorno ed era in qualche modo sfuggito alla pulizia notturna, per necessità eseguita in maniera più sommaria.

Resta il fatto di garantire un certo grado di sicurezza e, dopo le polemiche sulla mancata tutela degli autisti, di riuscire a monitorare con più accuratezza cosa accade sui mezzi viaggianti. La tensione sugli autobus extraurbana resta elevata e sta raggiungendo livelli di guardia: proprio sul tema sicurezza l’altroieri c’è stato un incontro in prefettura a Trento. Il tavolo aperto al Commissariato del Governo, presieduto dal Prefetto Pasquale Gioffrè alla presenza delle organizzazioni sindacali, dell’assessore provinciale ai trasporti Mauro Gilmozzi e dei vertici di Trenitalia e di Trentino trasporti, Polfer, polizia municipale e carabinieri ha cercato di trovare soluzioni concrete per tutelare il personale dei mezzi pubblici. Ma se su treni e autobus urbani, un piano di massima è stato concordato, per quanto riguarda il trasporto extraurbano, le vecchie e amate corriere, le buone pratiche sono ancora in alto mare.


I SINDACATI: «SITUAZIONE INSOSTENIBILE»

«Così non si può proprio andare avanti - esclama Nicola Petrolli della Uiltrasporti e servizi - la situazione è sempre più critica. Gli autisti sono costretti, ogni giorno, a subire attacchi verbali o addirittura fisici, a contrastare episodi di violenza continui e costanti, e a impegnarsi in un ambiente di lavoro sempre più pericoloso». In riferimento al ritrovamento di una busta con sangue e siringhe, Petrolli aggiunge: «Se ci fossero state le telecamere, si potrebbe risalire a chi ha abbandonato un rifiuto del genere».

Sono diversi gli interventi necessari per rendere i viaggi più sicuri. «Da tempo chiediamo - riprende Petrolli - che sui mezzi extraurbani siano sistemate le divisorie in plexiglas per proteggere gli autisti. Basta poco che i passeggeri problematici aggrediscano l’autista o cerchino di mettere le mani sul volante».

Riprende Petrolli: «Bisogna ricordare che quello che emerge ufficialmente è solo una minima parte di quello che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle, perché tante volte non perdiamo neppure tempo a denunciare gli illeciti. E poi c’è una grande disillusione perché si vede che chi delinque, dopo qualche giorno si ripresenta a bordo dei mezzi, con lo stesso atteggiamento. È esasperante».

Il tavolo dell’altro giorno al Commissariato del governo, convocato proprio sul tema della sicurezza sui mezzi di trasporto, ha concordato alcuni accorgimenti molto utili, come i tornelli alle stazioni dei treni, il rafforzamento del personale, alcune telecamere a bodo, e le squadre antievasione anche in orario serale sugli autobus urbani. «Ma per i mezzi extraurbani - conclude Petrolli - per ora non si sta facendo nulla».

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