Nella stazione ferroviaria l'Help Center Sportello per senzatetto ed emarginati
La stazione dei treni di piazzale Orsi diventerà sociale. Nel senso che sarà a misura di qualsivoglia disagio per cercare di combattere fenomeni di emarginazione e anche di pericolo. Dopo aver messo sul piatto 5 milioni di euro per sbarrierare, ammodernare e abbellire lo scalo, Ferrovie dello Stato ha deciso di ospitare in piazzale Orsi anche uno dei nuovissimi «Help center», attivi in 17 città italiane ma, nel Nordest, fino ad ora aperto solo a Trieste. Rovereto, però, è stata scelta per essere la prima in Trentino Alto Adige e a Roma stanno appunto studiando le modalità di avvio del servizio «premiato» dall'Unione Europea.
«Help center», infatti, è il primo grande progetto di solidarietà realizzato in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore per affrontare e contrastare il disagio sociale che rischia, di fatto, di impadronirsi delle stazioni ferroviarie.
Si tratta di sportelli di ascolto che orientano le persone in difficoltà verso i servizi sociali della città (centri di accoglienza, comunità terapeutiche, cooperative specializzate) per elaborare percorsi mirati di recupero e reinserimento sociale. In pratica è un modo intelligente di combattere il fenomeno del vagabondaggio e della droga. Sulle pensiline e nei locali delle stazioni dei treni, infatti, da anni si segnala la presenza di persone ai margini che in questi posti trovano rifugi di fortuna.
Ma, decoro a parte, sono sempre di più i pendolari che si lamentano e chiedono l'intervento delle forze dell'ordine per ragioni di sicurezza ma pure di umanità. Ferrovie dello Stato, dunque, ha deciso di affrontare il problema da un punto di vista sociale prima che di repressione. E ha elaborato questa strategia in accordo con le cooperative e i Comuni mettendo a disposizione delle stanze opportunamente arredate per incontrare barboni piuttosto che persone sole, con problemi psichici o di dipendenze e metterle in contatto con i servizi sociali o comunque con associazioni in grado di farsene carico e strapparle all'oblio piuttosto che tirarle via dal baratro. I centri, infatti, sono affidati al privato sociale o gestiti direttamente dal Comune.
I primi due «Help center» sono stati aperti a Roma Termini e Milano Centrale ma da quest'anno sono attivi in 17 stazioni italiane costituendo una vera rete di supporto alla lotta al disagio sociale. L'anno scorso, tanto per snocciolare delle cifre, gli interventi sono stati 483.416, divisi tra 409.005 «a bassa soglia» (docce, distribuzione di pasti o vestiti) e 74.411 di presa in carico e orientamento. Nel resto del Paese a beneficiare dell'aiuto e del sostegno di questi sportelli sono stati per il 50% cittadini extracomunitari seguiti da un 26% di italiani con un rapporto uomo-donna di 4 a 1.
Rovereto, come detto, è stata inserita dall'ente ferroviario tra le città che, a stretto giro di posta, ospiteranno un «Help center». Fs ha infatti avviato un'analisi di fattibilità per coinvolgere la rete dell'assistenza sociale e il Comune. Una volta organizzato il presidio e il numero di volontari disposti a farsene carico le Ferrovie allestiranno un ampio locale, ora vuoto, che consentirà di porre un freno al disagio di chi è ai margini e di indirizzare i bisognosi verso i centri di assistenza. Come, per esempio, la vicina struttura di accoglienza «Km354», l'ex casa cantoniera trasformata in rifugio per senzatetto grazie alle donazioni dei roveretani.
Dentro la stazione ferroviaria, entro la fine del 2018, il Comune e dieci associazioni della città allestiranno anche uno spazio di informazione e orientamento per tutti, specie per i giovani. Lo conferma l’assessore alle politiche sociali Mauro Previdi che ha pure chiesto ad Fs di poter aprire un bed and breakfast al primo piano della stazione.