«Rovereto impianto strategico»
«Se investi vuol dire che ci credi. Ecco perché per l’Italia vedo soprattutto opportunità». Così sul Sole24Ore <+nero>Pasquale Frega<+testo>, nuovo amministratore delegato di Novartis Italia, nel delinerare le strategie di medio periodo del colosso mondiale della farmaceutica (quasi 50 miliardi di dollari di ricavi e 126mila addetti), alle prese con un riorientamento strategico non banale, che ha prodotto un dimezzamento del numero delle divisioni per concentrarsi sulle attività core: farmaceutica e oncologia, Sandoz (farmaci generici) e Alcon (cura dell’occhio). Un progetto di ampio respiro che tocca anche lo stabilimento Sandoz di Rovereto.
«L’Italia - spiega Frefa - è confermata come perno strategico, forte di 1,64 miliardi di ricavi e più di 150 milioni di export, realizzati grazie all’attività dei siti di Rovereto e Torre Annunziata. Eccellenze assolute che non a caso producono per tutto il mondo. Rovereto è il più grande sito globale in un principio attivo generico chiave per gli antibiotici (acido clavulanico, ndr), da Torre Annunziata riforniamo il globo, ad eccezione degli Usa, con uno dei prodotti strategici del gruppo, un farmaco per lo scompenso cardiaco».
Il possibile riassetto produttivo globale della multinazionale -sottolinea l’articolista del quotidiano economico di Confindustria - potrebbe dunque in realtà premiare il nostro Paese, che già del resto incassa nel sito campano una nuova linea per pillole contro l’ipertensione (a regime 28 milioni di compresse all’anno) dedicata al mercato giapponese. «Nel mondo abbiamo oltre 60 siti - spiega Frega - e il board potrebbe fare delle scelte. Ma i segnali che arrivano per l’Italia sono positivi. Anche perché - ricordo - qui per produttività siamo nettamente primi: investire qui significa confermare che l’Italia è strategica».
«Per qualsiasi gruppo farmaceutico - sottolinea - la presenza in Italia è ormai diventata imprescindibile. Qui si realizza un quinto degli studi clinici europei. Ma qui, soprattutto, esiste un know-how di altissimo livello, con università che preparano al meglio i giovani e una qualità di pubblicazioni scientifiche al top europeo, in qualche caso anche mondiale. Chi, come noi, vuole spingere l’acceleratore sulla ricerca, non può che puntare sull’Italia».
Tra i piani di sviluppo anche quelli legati al mondo 4.0, nello specifico orientati alla gestione digitale del percorso diagnostico-terapeutico. Big data che a livello globale sono una delle priorità del gruppo (60 progetti sui 400 europei sono realizzati in Italia) e che fanno guardare con interesse anche al nuovo polo della ricerca in fase di creazione nell’area Expo alle porte di Milano. «L’innovazione è una via obbligata anche in funzione della sostenibilità del Sistema Sanitario nazionale, che grazie al mondo digitale può realizzare grandi risparmi».