Ronde notturne, i commercianti sono pronti alla mobilitazione
Sono pronti a scendere in piazza per chiedere sicurezza. I commercianti cittadini, alla notizia del venir meno del pattugliamento notturno da parte della polizia di stato per problemi d’organico hanno fatto un salto sulla sedia. E no, non si sono rassegnati ad accettare la novità senza almeno provare a far sentire la loro voce.
A parlare per loro è il presidente dell’Unione commercio e turismo Marco Fontanari, che chiede soluzioni in tempi brevi.
E promette iniziative, se serve, pure eclatanti: il primo passo sarà la richiesta di un incontro urgente con i parlamentari trentini. Ma fa capire che, se necessario, il mondo del commercio è pronto a scendere in piazza: «Non escludiamo una forte mobilitazione delle centinaia di nostre aziende e delle migliaia di collaboratori e dipendenti per ribadire il nostro diritto a vivere e lavorare in un territorio dove la presenza di forze dell’ordine e delle istituzioni sia forte e riesca a tutelare e proteggere i cittadini».
Perché - questo è il punto - l’Unione contesta soprattutto un dato passato come assodato, e cioè che il territorio roveretano, dal punto di vista della sicurezza, non abbia problemi. In realtà, spiega Fontanari dando voce soprattutto ai gestori e al personale dei pubblici esercizi, che la notte cittadina la vivono più di altre categorie, in strada non scorrerà il sangue, ma i problemi non mancano. E a pagare il prezzo sono spesso gli operatori. «È assolutamente inaccettabile che venga eliminato il servizio notturno della polizia a Rovereto ed in Vallagarina quando l’aumento degli episodi di criminalità commessi ai danni dei cittadini ma soprattutto delle imprese richiederebbe, al contrario, un potenziamento dell’organico delle forze dell’ordine impiegate nel controllo del territorio coinvolgendo anche la polizia locale che, occorre ricordarlo, parimenti non effettua servizio notturno».
Mette in fila gli ultimi episodi, Fontanari: «La cronaca recente racconta di una realtà fatta di spaccio nei parchi pubblici, liti violente tra immigrati, decine e decine di episodi di microcriminalità, furti e borseggi. Ma anche fatti più gravi come la violenta irruzione col coltello in mano nella piadineria Das Mor della centralissima piazza Rosmini a Rovereto, con il colpevole che, il giorno dopo, era libero ed è tornato nel locale per farsi vendetta. Oppure, poche settimane fa, il violento pestaggio da parte di alcuni stranieri ai danni del collega ed amico Ciro Di Vito del caffè “Da Ciro” di Villa Lagarina.
La certezza della pena resta un caposaldo sul quale non si può abbassare la guardia. Spesso chi delinque non viene punito, torna a piede libero e puntualmente reitera i propri comportamenti criminosi, assurdo in uno stato di diritto: serve un adeguamento della legislazione per dare alla magistratura gli strumenti idonei a prevenire tali reiterazioni ed assicurare alla società civile che i colpevoli di reati vengano adeguatamente puniti. Altro fatto da sottolineare: al di là delle statistiche ufficiali, sappiamo che sono molti gli episodi criminali, piccoli e grandi, che non vengono denunciati alle forze dell’ordine e che, quindi, non appaiono ma che sono tanti e sono un ulteriore, inquietante segnale del senso di frustrazione nel quale versano cittadini ed imprenditori».
Il risultato, osserva Foltanari, è desolante: forze dell’ordine spesso occupate con burocrazia più che presidio del territorio, scarsi investimenti in risorse umane, poche telecamere: la conseguenza, spiega, è un’insicurezza che penalizza soprattutto il centro storico e chi lì lavora. Per questo Fontanari chiede «allo Stato, alla Provincia, ai Comuni, di attivarsi con ogni mezzo per fornire risposte a questa vera e propria emergenza». Infine, il presidente annuncia che la categoria è pronta a muoversi: prima si chiederà un incontro con i parlamentari. Ma poi, se servirà, si è pronti alla mobilitazione.