Ora Rovereto punta sulla seta
Per rilanciare l’economia si torna al passato, a Rovereto. E si punta sulla seta che, nel Settecento, ha lanciato Rovereto e la Vallagarina nel firmamento europeo - determinandone la crescita urbanistica, culturale e ovviamente di ricchezza valutaria - e che poi è stata sacrificata sull’altare della modernità nel secondo Dopoguerra. Lasciando sul territorio, chiaramente, «souvenir» abbandonati a lungo come i filatoi Colle Masotti e Bettini, quello di Piazzo e palazzi storici realizzati proprio nell’epoca d’oro della valle.
Da tempo, tanto come Comune che come Comunità di Valle, si ragiona per recuperare opifici e argomento (rogge comprese) a scopo turistico. Ma gli studi di settore hanno aperto una breccia alla voce produzione. Ed ecco che palazzo Pretorio ha deciso di riprendere la seta in chiave di prodotto da coltivare e realizzare e, ovviamente, creare nuovi posti di lavoro. Tant’è che tra Rovereto, Villa Lagarina, Ala, Comunità della Vallagarina e Provincia è stato sottoscritto un protocollo d’intesa che fa nascere il Distretto della seta del Basso Trentino. Con l’obiettivo di reintrodurre il gelso e relativa bachicoltura e pure le fabbriche del tessuto. Lo scopo è infilarsi nel nuovo mercato del filato, soprattutto nel settore del lusso, moda e gioielleria in primis ma anche medicina.
Avviato nel 2017 il progetto sonda la fattibilità di un distretto con possibilità di ricadute in campo economico e turistico, recuperando un pezzo di storia industriale della città. Lo studio è stato redatto dalla società Venetian Heritage Cluster di Monte di Malo, in provincia di Vicenza e sarà oggetto di finanziamento europeo. I vari passaggi che hanno portato a credere ancora una volta nella seta come portatrice di ricchezza sono illustrati in una mostra inaugurata ieri all’Urban Center. Fino a fine luglio chiunque potrà consultare il complesso di acquisizioni e potenzialità analizzate dalla società veneta e fornire un proprio contributo allo sviluppo di questo nuovo filone economico-turistico e storico. Che, per quanto riguarda la città, ha come centro di attrazione proprio la filanda Bettini.