Pitbull morta, rischia 2 anni il padrone violento
Le cose si mettono molto male per il proprietario della giovane pitbull morta il 22 agosto scorso alla stazione dei treni di Rovereto: dagli esami tossicologici è emerso infatti, senza margini di dubbio, che la storia raccontata dal giovane padrone non regge. Quando infatti ci si era trovati davanti al corpo esanime della cagnetta di 13 mesi, stramazzata a terra esangue, l'uomo aveva giustificato il fatto sostenendo che l'animale era stato avvelenato.
Già dall'autopsia però si era capito che la cagna era invece morta per le percosse, visto che le avevano trovato parecchie ecchimosi su un fianco e milza e fegato spappolati. Ora, dopo ulteriori approfondimenti presso l'istituto di zooprofilassi di Trento, si sa per certo che la bestia non era stata affatto avvelenata: nei suoi tessuti non è stata trovata traccia di sostanza tossica. E questo di fatto invalida la versione raccontata dal proprietario: è contro di lui dunque che sia la polizia ferroviaria che i responsabili del parco canile Arcadia hanno intenzione di agire, proprio perché la legge segua il proprio corso e chi è responsabile di un crimine così odioso ne risponda nelle sedi adeguate. La morte di un cane, anche se del proprio animale, se è stata «cagionata per crudeltà o senza necessità» è un reato molto serio che viene punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni.
La storia della cagnetta picchiata a morte è una vicenda davvero triste e che ha suscitato molto scalpore nella città di Rovereto. I fatti risalgono al 22 agosto scorso: il cane e il suo padrone si trovavano sul treno, e fino a quel momento la pitbull sarebbe stata in ottima salute. Anzi, secondo le prime dichiarazioni del giovane rilasciate alla polizia ferroviaria e ai volontari dell'Arcadia, l'animale avrebbe addirittura giocato in tranquillità. Quindi i due sono scesi dal treno e hanno attraversato il sottopassaggio per poi risalire verso l'atrio della stazione: è a quel punto, proprio all'uscita della rampa di scale, che la bestia si è accasciata a terra, ha fatto pipì sporca di sangue, ed è morta.
Sul posto è intervenuta la polizia ferroviaria che ha raccolto le dichiarazioni del proprietario ed ha chiamato il personale del Parco canile Arcadia che si occupano anche del trasporto delle salme degli animali domestici. Intanto il corpo è stato coperto da un telo, mentre le persone presenti cercavano di capire cosa fosse successo. Il proprietario ha subito parlato di avvelenamento, e sulle prime si è pensato ad un boccone avvelenato con la stricnina, di quelli usati contro le volpi, oppure di un topicida inghiottito per sbaglio. Ma ora questa ipotesi è stata scartata.
Restano le lesioni riconducibili ad atti violenti, le false dichiarazioni ed il fatto che il cane è stato in compagnia esclusivamente del suo padrone, la cui posizione è ulteriormente aggravata dal fatto che, anche se richiesto dalle autorità, si è allontanato e non si è mai più presentato a fornire le proprie generalità.
Dopo questi esami tossicologici, contro di lui potrebbe scattare la denuncia di aver causato la morte del suo animale «per crudeltà». E lui sarà chiamato a risponderne nei luoghi e nei modi previsti dalla legge.