Cane aggressivo a lezione di buone maniere
Anche l’amstaff (american staffordshire terrier) di Mattarello, che a settembre era stato oggetto di cronaca per l’aggressione e la successiva morte di un chihuahua, è ora seguito dall’associazione Arcadia onlus, nella figura del suo presidente Pierluigi Raffo. Lo stesso Raffo tiene a precisare che, come emerso dalla valutazione, il problema da affrontare non è che cani pericolosi possano essere pitbull o amstaff, bensì quali strumenti dare ai proprietari: «Anche Baiano non è un cane cattivo o pericoloso, semplicemente è un cane cresciuto con amore e, probabilmente, negligenza civica. Ha dunque sviluppato comportamenti non adattativi al contesto urbano, che lo hanno portato alle azioni che hanno causato la morte del cagnolino aggredito».
Baiano ha iniziato un percorso di abituazione alla museruola e di comunicazione sociale in classe, per poter essere reintegrato in un contesto sociale in modo rispettoso e sicuro. «Il proprietario – spiega ancora Raffo - dimostra impegno e diligenza nel seguire tutte le indicazioni fornitegli e il cane sta dimostrando ottime capacità adattative e rielaborative, tanto che venerdì scorso è stato messo in classe di comunicazione con altri cani. Spero che la Provincia voglia dare risposte e fare una legge che preveda l’educazione all’utilizzo della museruola e che, allo stesso tempo, voglia redigere un albo degli educatori abilitati. Questo al fine di non continuare a vedere assurdità e cani “distrutti” dal cattivo operato di chi si dichiara professionista e poi non rilascia alcun documento attestante il percorso di apprendimento effettuato dal cane, né eventuale dichiarazione riguardante la gestione in sicurezza, le prescrizioni consigliate e le eventuali difficoltà legate al contesto o alla famiglia».
Raffo torna poi su un altro caso, quello del pitbull di Chizzola che ferì un uomo. «Colgo l’occasione per rendere pubblica la mia posizione su quel cane, per il quale è stato richiesto un percorso educativo. Rimango pieno di perplessità: i contenuti dell’ordinanza Fadda in materia di sicurezza pubblica mi spingono a valutare l’inadeguatezza del contesto di reinserimento familiare».