L'attrice circense che scrive libri
È proprio vero che, molte volte, chi vive o lavora lontano da casa è più attento alle proprie radici. Per Ilaria Senter, 35 anni, di professione attrice-circense, è stato così. Tra i suoi mille viaggi tra la Francia, dove vive, e Noriglio, il suo paese natale, si è infatti armata di carta e penna e ha scritto un libro che, mettendo a confronto diverse generazioni, racconta di storie personali, di emigrazioni e ritorni. «Forèst», questo il titolo del suo romanzo d’esordio, è il ritratto di un luogo e delle sue genti. Ma anche una riflessione sull’essere straniero in un altro paese.
Sulla copertina del libro, fresco di stampa (edizioni Curcu e Genovese) una pecora nera in mezzo al gregge richiama bene la condizione dell’autrice ma anche dei tre protagonisti del romanzo che, con coraggio, liberta e un po’ di solitudine, si sentono, pur non abbandonando le proprie radici, un po’ distanti dalla realtà in cui sono cresciuti. «Mi sono ispirata a fatti realmente accaduti, riportati da persone della mia famiglia e dagli anziani del paese. Ho così intrecciato le storie di tre personaggi attraverso un confronto generazionale che coinvolge gli ultimi ottant’anni di storia», racconta Senter, che come ambientazione ha scelto la piccola località di «Schivazappa», ai piedi del Finonchio, non lontana da Noriglio.
La narratrice è una ragazza degli anni ‘90 alle prime esperienze di vita che, immergendosi nel passato dei suoi anziani parenti, scopre i valori che accompagneranno la sua formazione sino all’età adulta. Poi c’è la nonna, figura rassicurante ma anche misteriosa e spigolosa come tutte le donne trentine, custode di una corrispondenza - un insospettabile passato da collaboratrice della Resistenza - che svelerà soltanto alla nipote. E il prozio, detto «Zio», un signore solare e un po’ anarchico, che racconterà il suo viaggio clandestino per raggiungere la Francia e l’esperienza travagliata di migrante negli anni ‘50, fino al suo definitivo rientro in paese. Tre universi separati dal tempo, ma accomunati dall’appartenenza ad una solida cultura paesana e alpigiana.
«Io - spiega l’autrice, raccontando la sua di storia - sono partita da Rovereto 15 anni fa, dopo una laurea in comunicazione, per intraprendere la carriera nel mondo degli spettacoli circensi. Un anno in Sudamerica, poi la Francia dove tutt’ora vivo e lavoro a stretto contatto con professionisti di altre culture, provenienti da tutto il mondo. Una contaminazione che si riflette anche nella scrittura, senza frontiere, che ho scelto di arricchire con inglesismi, parole in francese e spagnolo ma anche con diversi termini dialettali».