Smog e stress, Rovereto in balia del traffico Tante auto quanti residenti compresi bebé e centenari
La città è inquinata e intasata. Il traffico attanaglia l'urbe, rende tutti più nervosi e produce una quantità di anidride carbonica elevata. Troppo, almeno, per non intervenire. Ed è quanto sta cercando di fare il Comune che, dopo cinque anni, ha aggiornato il Pum, il Piano urbano della mobilità, affidato al consorzio emiliano Caire. In pratica è il sussidiario di come ci si sposta sul territorio comunale e analizza mezzi privati e pubblici, sosta, mobilità leggera o sostenibile che dir si voglia. E, ovviamente, lancia degli input sulle buone azioni da mettere in pratica (anche nel campo delle nuove infrastrutture) per rendere più vivibile la città della Quercia.
Il corposo documento, ovviamente, sarà discusso in consiglio comunale prima di prendere qualsivoglia decisione ma in questi anni, dopo l'elaborato del 2013, qualcosa è già stato fatto. Certo, mancano l'impegno e i soldi della Provincia per strade di alleggerimento in difesa soprattutto del centro storico ma i numeri sono oggettivi. E partono, inevitabilmente, dal traffico, vero problema da affrontare di petto. Perché si porta appresso l'esigenza di posteggi ma pure di convincere molti automobilisti a servirsi degli autobus o della bicicletta.
Rovereto, tra l'altro, è additata come «parcheggio della Vallagarina»: di giorno ci sono 5 mila macchine in sosta in più rispetto alla notte.
Ma a far rizzare i capelli sono le cifre circoscritte ma pesanti: nella sola ora di punta del mattino i tubi di scappamento liberano 13 tonnellate di Co2. E si tratta di veicoli che percorrono una quantità industriale di chilometri dentro l'urbe: 63.500 le auto e 8.680 i camion. L'aria, insomma, è pestilenziale. D'altro canto, al di là del traffico parassitario (che da anni fa invocare alla gente la realizzazione di una tangenziale per spostarlo fuori dalla città) c'è da fare i conti anche con il parco macchine privato dei roveretani: nel 2016 (ma il dato pare essere cresciuto nell'ultimo biennio) i mezzi immatricolati a Rovereto erano 39.482, uno per residente, che abbia appena emesso il primo vagito o che abbia un'età in tripla cifra. E la metà sono di vecchio stampo, inferiori all'Euro 3 ma, per contro, sono in crescita gli Euro 5 e 6 che rappresentano un quarto dei veicoli in circolazione.
Il Pum, comunque, propone dei suggerimenti per alleviare lo smog e rendere più fluibile il via vai a motore. Il primo intervento sarebbe quindi quello di trasferire le persone - specie i pendolari - dal volante al manubrio di una bicicletta o su un autobus. Facendo una previsione a spanne sul lungo periodo, l'obiettivo dovrebbe essere quello di «cancellare» 2.500 mezzi privati grazie all'incentivazione della bici (mille spostamenti nei tratti brevi), dei pedoni (250 in più nei tragitti brevissimi) e 1.250 in bus o treno. Ma questo è un discorso prima di tutto culturale anche se, se si vuole davvero provare a rendere più vivibile la città, è il caso di impegnarsi tutti a fondo.
In questa «battaglia», chiaramente, entra a pieno titolo anche il piano della sosta che Caire suggerisce di modificare. Come? Allargando la «zona rossa» (tariffa più alta e nessuna possibilità di abbonamento per i non residenti) e spostare ai limiti del centro quella «gialla». A ingolfare il cuore urbano, infatti, sono perlopiù automobilisti alla caccia di uno stallo libero. E gli abbonati sono più dei posti auto in superficie. Trasformando quelli a ridosso del centro in «rossi», dunque, si garantirebbe più turn over e, soprattutto, sarebbero allontanati quelli che lasciano la macchina ferma tutto il giorno. Al contempo, però, si consiglia di rivedere il ticket per le strutture che, per essere attrattive e svuotare le strade, dovrebbero essere ridotte. Anche in questo caso aiutano i numeri: i posti in «zona gialla» sono aumentati del 5,6% mentre quelli «rossi» si sono ridotti drasticamente del 24%.
Parlando di opere pubbliche, quelle costose che abbisognano dell'aiutino della Provincia per capirci, il Pum ritiene utile la circonvallazione leggera che sarebbe in grado di portare le riduzioni di traffico più significative sulla Ss12 e in modo esteso nella città rispetto alle altre infrastrutture prese in considerazione (traversa urbana e secante). La nuova strada, tra l'altro, garantirebbe una riduzione di macchine e camion anche sulla Sp90 tra Villa Lagarina e Isera. Uno scenario, dunque, che avrebbe rilevanza per tutta la Comunità di Valle. L'inserimento di bretelline nel sistema viario roveretano, dunque, solleverebbe dalla morsa il centro. E un esempio concreto arriva dai Fiori che ogni giorno porta via da Lizzana e Lizzanella 12 mila veicoli. Anche per questo si ritiene praticamente indispensabile la Mira - che collegherebbe la statale del Brennero con il casello autostradale Rovereto Sud - e la risoluzione, una volta per tutte, del budello di piazzale Orsi. Soprattutto in previsione dello sviluppo futuro del Polo della meccatronica di San Giorgio e della nascita del centro intermodale alla stazione ferroviaria per migliorare l'interscambio tra gomma e rotaia, specie tra treni e corriere e favorire quindi gli spostamenti dei pendolari, con parcheggi di attestamento per macchine e bici.