I rifiuti di casa smaltiti nei cestini dei parchi
Città sporca, rifiuti in giro, sporcaccioni non puniti? Le accuse di ignorare il problema vengono rimandate al mittente da palazzo Pretorio a Rovereto. Che punta piuttosto il dito sull’incremento di incivili tra i roveretani che sfruttano i cestini per gettare il residuo ed evitare così di acquistare i sacchi Tares. Non «turismo dell’immondizia» però: è degrado tutto «interno», con gli stessi residenti che infilano la spazzatura in anonimi sacchi neri e la lasciano lungo le strade. E questo è uno dei problemi. Il secondo è la raccolta fatta male o in modo svogliato. E qui la giunta - sindaco Francesco Valduga e assessore all’ambiente Carlo Plotegher in testa - ha deciso di intervenire. «Perché il decoro urbano è l’obiettivo primario di questo 2019 e in una città pulita si vive tutti meglio, non solo i turisti».
Avanti, dunque, con una task force mista tra polizia locale e addetti di Dolomiti Ambiente per sconfiggere chi lorda ma anche per educare alla spazzatura. In primo luogo l’uso scorretto del sacco blu dove, solo lo scorso anno, 223 cittadini ci hanno infilato di tutto, altro che imballaggi leggeri. Errori che costano cari visto che si parla di tremila tonnellate di rifiuto al costo di 230 euro per tonnellata. Motivo? Il multimateriale viene ceduto ad una ditta di Lavis che lo ricicla. Ma prima lo smista e se dentro ci trova qualcosa di non conforme (anche solo una bottiglietta dell’acqua tappata con liquido all’interno) fa pagare alla collettività 78 euro per l’impurità più 165 euro per il conferimento in discarica. Tanti soldi che si potrebbero risparmiare con maggiore attenzione e senso civico.
«Sono arrivate centinaia e centinaia di segnalazioni per le immondizie abbandonate. - confermano sindaco e assessore - E questo nonostante gli sforzi per tenere pulita la città, con raccolte puntuali anche nei giorni festivi e informazione capillare, scuole comprese».
L’anno scorso, per venire incontro all’esigenza di decoro, sono stati aumentati i cestini in centro ma la gente ne ha approfittato per usarli come il bidone di casa, infilandoci il secco. E chi raccoglie l’immondizia lo ha notato subito: non c’è la carta della caramella o la cartaccia appallottolata ma proprio il secco familiare. Per questo sono stati incrementati i controlli specie alle fermate dell’autobus e nei parchi pubblici, veri ricettacoli della monnezza domestica.
Dal 23 aprile, comunque, partirà il monitoraggio congiunto che si concentrerà sulle due violazioni principali: l’abbandono di rifiuti in strada e ai giardini e l’errata esposizione dei sacchi rispetto al giorno di raccolta. Chi sgarra, ovviamente, sarà multato con 50 euro. Questa mancanza di decoro, d’altro canto, è un neo mica da poco perché inficia l’impegno di amministrazione e residenti virtuosi che ha permesso di arrivare all’80% di differenziata. «Ne siamo orgogliosi ma dopo la quantità ora dobbiamo puntare sulla qualità ed eliminare le impurità. Oltre, chiaramente, a combattere l’incivilità».
La differenziata sbagliata, come detto, riguarda solo gli imballaggi leggeri. «Il 30% è impuro - contesta Alessandro Realis Luc di Dolomiti Ambiente - Si deve imparare a non infilarci la plastica, la biro o i giocattoli ma solo imballaggi serviti per trasportare qualcosa».
La crisi del sacco blu, però, è palese e pesante. Per questo serve informazione. Ed è la nuova campagna messa in campo dal Comune: dal 7 maggio ci saranno 10 gazebo nelle piazze per spiegare come gettare correttamente la spazzatura. E chi si presenterà riceverà in omaggio il bidoncino per raccogliere l’olio esausto della cucina. Accanto a Dolomiti Ambiente, poi, ci sarà l’ufficio mobile della polizia locale per raccogliere segnalazioni e reclami.