Boscheri, l'arte e la Natura: da oggi a Nogaredo la personale del pittore
Per pochi giorni - da oggi al 4 maggio - è visibile a Palazzo Candelpergher di Nogaredo la mostra di quadri di Maurizio Boscheri «Colori e Suoni dalla Natura». Inaugura in serata l’artista, alle ore 17.
Maurizio Boscheri porta qui una selezione dei suoi dipinti a olio e acrilico, come sempre coloratissimi e dedicati alla natura selvaggia.
Boscheri, viaggiatore, da sempre innamorato della natura del mondo, senza alcuna scuola specifica inizia a dipingere nel 1997, da autodidatta.
Espone a Villa Borghese a Roma, al Teatro Smeraldo di Milano, al Museo d’Arte Moderna, Classica e Contemporanea Cà la Ghironda, a Bologna, a Milano, al Muse di Trento, ma anche all’estero in molte gallerie Internazionali in USA, Paris, Cairo, Dubai, Shanghai, Colombo, Vienna, Karachi.
Nel 2011 ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, «L’arte non è cosa nostra» - Padiglione Italia, a cura di Vittorio Sgarbi.
E’ stato inserito tra gli artisti internazionali a rappresentare il capitolo “Transavanguardia” nel volume “Animali nell’Arte” edito da Skira con prefazione di Vittorio Sgarbi e commento critico di Vladek Cwalinsky, è pubblicato tra i pittori trentini ne “Arte trentina del Novecento“ di Maurizio Scudiero.
Alcune sue opere sono state battute ad aste tenute da Sotheby’s a Lisbona, I suoi lavori sono presenti oggi in numerose collezioni private, istituzioni e musei in Italia e all’estero.
Di sé e del proprio lavoro dice «L’arte è un canale impetuoso tramite il quale ci si può esprimere, e grande è la gioia che provo quando l’osservatore viene rapito da un mio dipinto, perché un quadro non è solo un insieme di colori, ma è il risultato di un lavoro di cuore ed energia… La natura è stata da sempre la mia unica fonte di interesse e curiosità, i colori sono una seconda pelle, sono il mio cibo per la mente, il mezzo di comunicazione della mia anima, lo specchio delle mie emozioni; Ogni opera trasuda del mio umore, quando sono sereno infatti uso prevalentemente i toni caldi dei verdi dei gialli degli arancio, ed a seconda dei miei stati d’animo ecco i periodi del blu, dei rossi dei grigi, degli ori e degli argenti… I puntini aborigeni e le scritture dal mondo… Ispirato dai dipinti rupestri degli aborigeni australiani ho fatto mio questo linguaggio arcaico, e lo propongo, rivisitato, sulle mie opere, quale anello di congiunzione tra l’essere umano ed il mondo animale: i protagonisti delle mie opere ci guardano e comunicano con noi, con la loro dirompente forza e bellezza, ed io sono solo “trait d’union” tra il mondo loro ed il nostro. Sono questi i mezzi con i quali costruisco castelli segreti degli enigmi della mia anima, la parte nascosta che custodisco gelosamente e che rivelo solo ad un interprete attento».