Coronavirus: dopo il caso Bartolini la Uil: «Il focolaio è più grave, tamponi anche sui padroncini»
Almeno tre trasportatori con la febbre, ed anche un impiegato amministrativo risultato positivo al Coronavirus. Sono pesantissime le dichiarazioni di Nicola Petrolli, segretario della Uil Trasporti, sulla presunta emergenza Covid nella sede della Bartolini di Rovereto, in viale Caproni, nel cuore della zona industriale lagarina.
«So per certo - dichiara Petrolli - che ad almeno tre padroncini che lavorano per Bartolini tra giovedì e venerdì scorso è stata misurata la febbre in azienda, e sono risultati avere una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi. Sarebbero in seguito stati allontanati. E so anche di un dipendente diretto della cooperativa Stl, che gestisce la logistica interna del centro di smistamento e carico, risultato positivo al tampone Covid. Quindi la dimensione del possibile focolaio alla Bartolini trasporti è certo maggiore di quella comunicata dalla Provincia, che oggi (ieri, ndr) parla di soli tre casi asintomatici. I miei contatti interni all’azienda mi parlano di almeno tre autisti con la febbre, quindi certo non ?asintomatici?. La cosa più grave è che non ci sono informazioni chiare, e questo aumenta solo i timori delle persone coinvolte».
«I magazzinieri in servizio nella sede Bartolini di Rovereto - sottolinea il sindacalista - sono molto preoccupati. Perché nonostante le linee guida dell’azienda prescrivono che gli autisti non entrino in sede, in realtà questi collaborano quotidianamente al carico dei loro mezzi. Dal loro punto di vista è logico: sapendo quale giro devono fare per le consegne, vogliono organizzare gli spazi interni al rimorchio così da avere i pacchi in “ordine” secondo la successione degli indirizzi di destinazione della merce. Ma questo espone i magazzinieri ad un rischio inaccettabile, dato che lavorano diverse ore, ogni giorno, a contatto diretto con i distributori. Che poi sono quelli che girano tutta la città e la Vallagarina per distribuire i colli. E anche se mettono la mascherina e rispettano per lo più le distanze di sicurezza, non è una condizione seria. Dobbiamo sapere chi è malato e chi no».
Secondo l’analisi di Petrolli, le misure finora messe in atto dalla Provincia e dall’azienda sanitaria non sarebbero dunque sufficienti di fronte alla gravità della situazione: «L’Apss sta sottovalutando il problema. Vogliamo un intervento immediato, soprattutto con l’utilizzo dei tamponi a tutto il personale ed ai padroncini al servizio di Bartolini, che sono peraltro più o meno il 90% delle capacità di consegna dell’azienda nel Basso Trentino».