Videosorveglianza in città Ecco il piano telecamere
Corso Bettini e piazza Rosmini: le due vie principali del centro, il trafficato snodo di largo Poste e poi il quadrilatero disegnato da via Dante tra Santa Caterina e via Tartarotti e via Cavour e via Setaioli. Sono queste le strade individuate da un ingegnere incaricato dalla Smr, società multiservizi Rovereto, assieme all'ispettore responsabile per la videosorveglianza del corpo di polizia locale per l'installazione delle telecamere dell'ambizioso progetto di videosorveglianza della città.
Nei giorni scorsi tecnico e vigile sono usciti per un primo sopralluogo operativo, passaggio propedeutico allo sviluppo del progetto. Erano in coppia perché Smr si occuperà di procedure progettuali, di gara, di acquisizione, di installazione e di manutenzione del sistema, mentre sarà poi la polizia locale a gestire il sistema dal suo comando di via Parteli.
In questo primo step il lavoro di mappatura si è concentrato sul centro, sulla base degli indirizzi che sono stati dati dal Consiglio comunale e dalle conseguenti direttive della Giunta comunale. Giunta che proprio nell'ultima seduta ha approvato il nuovo "Disciplinare - programma del sistema di videosorveglianza" del Comune.
Si parte dunque da qui, dal centro città, per iniziare a disegnare quella rete di "occhi" pensati per garantire la sicurezza della circolazione stradale ma anche per la sicurezza urbana e, più in generale per la sicurezza pubblica, dei roveretani. Ma l'idea, nel proseguo del progetto, è quello di allargare la rete e quindi si sta progettando un sistema modellabile, che possa essere esteso laddove serve.
La polizia locale, si diceva, curerà la regia del sistema di telecamere: si stanno progettando infatti gli interventi alla centrale operativa del corpo intercomunale per poter collegare, in futuro, i numerosi impianti di videosorveglianza già presenti nei comuni convenzionati o in quelli che saranno convenzionati. La posizione della sede di via Parteli, com'è già stato appurato, è strategica da questo punto di vista, così come lo è stato l'allargamento del corpo, oltre che alle valli del Leno, anche all'alta Vallagarina. Altrettanto importante è un lavoro di supporto però che dovrà essere dato a questi comuni per valutare come pianificare le attività volte a collegare al meglio i loro impianti già esistenti oppure come programmare la futura attivazione della videosorveglianza per i comuni che ne sono attualmente sprovvisti.
Una volta a regime, ad esempio, dalla centrale operativa di Rovereto potranno essere monitorate aree del comune di Besenello, tanto per citare uno dei territori ai confini della Vallagarina con la città di Trento, oppure, in futuro auto transitanti nel territorio degli altipiani cimbri sulla Ss350, in Vallarsa sulla SS46 e via dicendo.
Come è stato ribadito più volte quando si è parlato di questo ambizioso progetto, nelle politiche di sicurezza urbana i sistemi di videosorveglianza diventano sempre più importanti. E fondamentale perché possano essere anche concretamente utili è anche che le immagini possano essere controlalte in diretta da personale di centrale operativa qualificato e specializzato in questo tipo di lavoro. Fotogrammi e movimenti registrati da questi occhi elettronici rivelano informazioni che possono essere importanti in diverse circostanze. Saltano subito alla mente gli episodi di furti in casa, per esempio, oppure casi di violenza che si consumano in strada. O ancora, per cambiare scenario, la gestione della viabilità. Il tutto - è bene precisarlo - sempre con regole ben precise da rispettare per quel che concerne la privacy di ognuno.
L'obiettivo ulteriore del progetto nei prossimi anni sarà anche quello (e in questo caso sarà necessario sottoscrivere un accordo con autorità come il Commissario del Governo per la Provincia autonoma di Trento) attivare collegamenti diretti con le centrali operative delle forze di polizia presenti in città o eventualmente sul territorio, così da consentire anche a loro una visioni in diretta delle immagini.