Rifiuti, cancellata la discarica a Marco È stata stralciata dal piano provinciale
Rovereto non ha una discarica di rifiuti inerti sul proprio territorio. E neanche la avrà. Così come successo per la contestatissima discarica potenziale di Pilcante, dove la mobilitazione contraria delle istituzioni, e soprattutto dei cittadini, è stata fortissima, anche la discarica in località Cengi di Marco è stata stralciata dal nuovo piano provinciale di gestione dei rifiuti, che arriverà in settimana al voto del Consiglio comunale di Rovereto.
Le similitudini con il caso di Pilcante terminano qui: nel primo caso si parlava di un progetto imprenditoriale già in essere (si era in attesa della valutazione di impatto ambientale), mentre la potenziale discarica di inerti di Marco era una realtà ancora solo su carta, essendo inserita nell'ambito della cava che si sviluppa sui 25 ettari dell'"area estrettativa Cengi di Marco", impresa tuttora in attività e la cui concessione durerà un'altra decina di anni. Ma il "pericolo" potenziale di un'altra discarica, e degli inevitabili disturbi che arreca al territorio e ai residenti limitrofi (uno su tutti: il transito dei grandi camion di movimento terra) è stato di fatto cassato. I tecnici provinciali hanno infatti eliminato alla radice la possibilità di riempire, in un futuro non troppo remoto, il cratere della cava con materiale edile di scarto. Questo perché il sito, adiacente alle pendici del monte Zugna a sud dell'abitato di Marco, è a soli 150 metri dalle ultime case della frazione, inserito in un'area industriale con diverse fabbriche limitrofe e a meno di 300 metri dalle aree agricole di pregio che si sviluppano verso l'Adige.
Al di là dello stralcio della discarica dei Cengi, la delibera elaborata dagli uffici, dietro la guida dell'assessore all'Urbanistica Andrea Miniucchi, offre una serie di dati interessanti sulla pianificazione delle discariche per inerti (materiale di risulta da lavorazioni edilizie non riutilizzabile) in Vallagarina.
Una pianificazione figlia di altri tempi, di quei rombanti anni a cavallo tra i '90 e il 2000 in cui il mattone sembrava una locomotiva destinata a non fermarsi mai. A livello Provinciale, il volume totale potenziale delle discariche di inerti sotto i 300mila metri cubi (e quindi di competenza delle Comunità di Valle) è di 9,5 milioni di metri cubi (mc). Una capacità enorme, spropositata rispetto alle esigenze attuali del sistema edilizio trentino, che ad oggi ha bisogno di 75mila metri cubi all'anno. Non a caso di tutta questa enorme potenzialità di nuove discariche solo il 6% è ad oggi esistente. Il restanto 94% di discariche per inerti è solo "su carta". Una proporzione rispettata a grandi linee anche in ambito lagarino.
In Vallagarina le discariche pianificate ed attivate sono tre: a Nomi, in località Valle (10mila mc massimi, liberi ad oggi 6mila), a Terragnolo, in località Fondi (30mila mc di massimo, 25mila liberi), a Trambileno, in località Ca' Bianca (10mila mc di massimo). Le discariche pianificate ma non ancora attivate, in quanto non valutate economicamente sostenibili per una domanda di spazi troppo bassa, sono addirittura 27, uniformemente distribuite sul territorio lagarino. «Il fabbisogno di discariche - spiega l'assessore Miniucchi - è stato enormemente sovrastimato negli anni passati, e il nuovo piano provinciale arriva per fare "pulizia"».
Pur se relativamente remota, resta la questione di che fare del "buco" della cava ai Cengi quando, tra dieci anni o poco più, terminerà la concessione estrattiva. Il ripristino del territorio potrà quindi avvenire solo con il riempimento con terra. «È una questione di competenza provinciale nella quale però il Comune di Rovereto - sottolinea Miniucchi - dovrà avere voce in capitolo».