Autostrada Valdastico, il Comune di Rovereto attacca Fugatti: un'opera senza senso
Il progetto della Provincia bocciato anche da un nuovo dossier elaborato dagli esperti di urbanistica di Palazzo Pretorio: un piano insostenibile sul fronte normativo, economico, strategico e ambientale
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ROVERETO. «Ci deve essere qualcosa che non sappiamo, qualcosa che spinge la Provincia a portare avanti questo progetto assurdo».
Il consigliere comunale del Pd Carlo Fait, presidente della commissione "Urbanistica e territorio", sintetizza così il senso di straniamento che coglie chi legga il documento prodotto dagli uffici tecnici del Comune sul progetto di portare la Valdastico per le Valli del Leno per poi collegarla all'A22 tra Rovereto ed Ala.
Il testo, elaborato dagli esperti di urbanistica ed opere pubbliche di Palazzo Pretorio, non è un atto politico.
È un resoconto tecnico, sul quale la politica è chiamata a discutere.
Eppure, financo in un report stilato da tecnici emergono dubbi generali sulle motivazioni che spingono Fugatti e giunta a non mollare un piano palesemente insostenibile sul fronte normativo, economico, strategico e ambientale: «Apparente impressione che la visione sottesa alla variante al Pup derivi dalla pressione delle nuove viabilità realizzate dalla regione Veneto e quindi la stessa sembra per lo più improntata a subire e rincorrere infrastrutture da altri realizzate piuttosto che governare lo sviluppo della nostra provincia».
E ancora: progetto «motivato da pressioni economiche indotte dalla realtà veneta anziché da analisi di settore condotte in Trentino per la valorizzazione delle realtà locali».
Nello specifico, le osservazioni del Comune al documento preliminare per la variante al piano urbanistico provinciale "Corridoio di accesso Est", ovvero il primo passo normativo per la realizzazione della Valdastico con uscita a Rovereto, si sviluppano su quattro macro argomenti: procedimentale, ambientale, normativo e infrastrutturale. In ciascuno di questi capitoli sono sottolineate criticità o mancanze gravi.
Dalla «mancanza di ascolto delle comunità locali ignorando le perplessità ed i dissensi espressi nel corso degli anni dai vari consigli comunali, senza peraltro tentare di aprire una via improntata al dialogo» alla «mancanza di considerazione dei programmi di governo degli enti locali: preme in particolar modo evidenziare l'incompatibilità della connessione tra la A31 e la A22 nella zona di Rovereto Sud con quanto previsto dal Documento Unico di Programmazione e con gli altri strumenti di programmazione comunale e gli ambiti del paesaggio individuati dal Prg».
Ma il piano di Fugatti non è in contraddizione solo con i piani di sviluppo di Rovereto, ma anche con gli stessi piani provinciali pregressi.
Le osservazioni comunali sottolineano il «contrasto con i patti sovraprovinciali tesi a valorizzare e salvaguardare il patrimonio paesaggistico, culturale e ambientale montano».
L'idea della Valdastico è «incoerente con la legge urbanistica provinciale» e fa a pugni con l'altro grande progetto infrastrutturale per il Trentino, il corridoio del Brennero: qui il piano di forare il Pasubio per farci passare la galleria è stato archiviato per i fortissimi rischi di danni alle sorgenti d'acqua.
Ma lo stesso piano di scavare sotto le stesse montagne per la Provincia risulta accettabile e percorribile se invece di farci passare la ferrovia si tratta di portarci l'autostrada.
Sul fronte degli effetti ambientali sul sistema del Pasubio i tecnici comunali raccomandano di «integrare il documento con studi che approfondiscano la delicatezza geologica ed idrogeologica del contesto».
Ma è ancora più sul livello generale che il piano provinciale è insussistente: le osservazioni del Comune denunciano «carenza degli obiettivi proposti, i quali paiono del tutto generici e difficilmente argomentabili, seppur nella loro parzialità, stante l'assenza di ogni riferimento metaprogettuale specifico e concreto».
In ultimo la «necessità di predisporre di un modello descrittivo delle interazioni tra i sistemi economici, politici e sociali con le componenti ambientali, secondo una sequenza causa-condizione-effetto, in modo da fornire una visione multidisciplinare e integrata».