Rissa al “Veronesi” di Rovereto: coltelli e spranghe, ed anche estorsione di denaro
Le indagini dopo l’episodio portano a galla un clima di bullismo, ma anche l’inquietante «tifo da stadio» di chi ha assistito alle violenze senza intervenire, se non per filmare con il telefonino
ROVERETO. Al Centro di formazione professionale Veronesi di piazzale Orsi ci sarebbero stati episodi di vera e propria estorsione. Un ragazzo sarebbe riuscito a farsi consegnare forzatamente denaro da suoi compagni più deboli o più fragili. Alcune delle vittime di queste azioni si sarebbero però ribellate.
Martedì scorso lo scontro verbale durante le ore di lezione e la successiva rissa all'uscita dalla scuola sarebbero nate da queste vicende e avrebbero visto contrapposte la fazione del ragazzo presunto estorsore e dei suoi sodali e il gruppo di vittime. E durante la violenta colluttazione con calci e pugni, oltre al coltellino è spuntata anche una spranga.
Delle ferite, per fortuna lievi, riscontrate ai due ragazzi curati in ospedale, almeno una è stata causata da un colpo di spranga, non da un taglio di coltello.Questo lo scenario che si sta delineando nelle indagini in corso sulla violenza di martedì davanti alla scuola, che ha visto coinvolti sei o sette ragazzi, tutti maschi e tutti minorenni. Uno scenario ancora più grave delle prime ricostruzioni, che parlavano di un diverbio e di una rissa nati da un'accusa di furto e quindi, apparentemente, da una vicenda occasionale. L'origine degli scontri starebbe invece in questi episodi di vera e propria estorsione, qualcosa di più di un caso di bullismo. Tra i ragazzi vittime di queste azioni sarebbe nata una sorta di alleanza. Questa è «l'accusa di furto» a cui ci si riferiva nelle prime ricostruzioni: le vittime della presunta estorsione che accusavano il presunto responsabile dei fatti.
Vittime o responsabili di estorsione che siano, di certo nella rissa all'uscita del Veronesi, intorno alle 13 di martedì, l'aggressività emersa tra i ragazzi e il livello di rischio per la loro incolumità fisica sono stati molto rilevanti. Tra i calci e i pugni sono spuntati un coltellino che ha provocato almeno due ferite da taglio e una spranga che ha causato almeno un'altra ferita alla testa
. A tutto questo si aggiungono il tifo da stadio di altri ragazzi che assistevano alla rissa e la ripresa della scena con i telefonini (l'Adige di ieri).
Tutto questo è stato ricostruito dall'Adige sulla base di fonti informate dei fatti. La Polizia di Stato, che conduce le indagini, ovviamente non può dare informazioni nel merito. Gli uomini del commissariato di Rovereto, guidati da Ilva Orsingher, hanno incontrato le famiglie dei ragazzi feriti e dei fermati dopo la rissa, che sono tutti minorenni, e stanno conducendo le verifiche sulla responsabilità dei singoli. Un lavoro come si può immaginare molto delicato, che dovrebbe concludersi in un paio di giorni. Certo, se fossero confermate le informazioni sugli episodi di estorsione e sulle ulteriori armi improprie utilizzate nella rissa, le ipotesi di reato per i responsabili potrebbero aggravarsi.
L'istituto Veronesi conta in tutto 650 studenti, di cui 350 al polo Meccatronica di via Zeni e 300 alla sede di piazzale Orsi. Nella scuola, di cui è dirigente Laura Scalfi, da tempo si lavora su questi problemi. Proprio pochi giorni fa la preside Scalfi sottolineava: «Alla Camera arriva finalmente una proposta di legge per l'introduzione di uno psicologo in tutte le scuole d'Italia di ogni ordine e grado. Da tempo nel nostro Istituto sosteniamo l'urgenza di un presidio fisso a sostegno non solo degli studenti, ma di tutto il personale scolastico. Ogni preside, insegnante o supplente in questi lunghi mesi ha avuto l'occasione di registrare il deterioramento inesorabile di quel collante umano che in tantissimi casi teneva saldo l'equilibrio psicologico di migliaia di giovani sempre più esposti non solo alle incognite della pandemia, ma alle strutturali incertezze sociali ed economiche di questo tempo».
Scalfi ricorda proprio «l'aumento degli episodi di bullismo e cyberbullismo: solo il traffico verso siti che incitano all'odio e alla discriminazione è aumentato del 200%». A quanto pare in crescita non è solo il bullismo sul web ma anche quello fisico tra i ragazzi.